Corriere Fiorentino

La rete dei brasiliani: Anagrafe sotto accusa per le residenze facili

- A.Moll.

Nel paese dell’ex premier Matteo Renzi avevano messo in piedi una vera e propria centrale per far ottenere la cittadinan­za ai brasiliani. Per questo il responsabi­le dell’ufficio Anagrafe del Comune di Rignano sull’Arno, 59 anni, e una brasiliana di 46 anni, sono finiti sotto inchiesta. Per loro la Procura di Firenze ha già chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di falso ideologico: secondo quanto ricostruit­o dalla polizia municipale di Rignano la donna avrebbe fatto da intermedia­ria con i cittadini brasiliani che volevano conseguire la cittadinan­za italiana iure sanguinis, quelli cioè che hanno un avo italiano e che vogliono diventare cittadini italiani, avendo già un regolare permesso di soggiorno in Italia. Secondo la procura la donna aveva creato un vero e proprio business: la regolarizz­azione, pacchetto completo, costava circa 2.500 euro. Dopo due mesi di residenza, per gli inquirenti spesso solo fittizia, nell’abitazione della donna, i brasiliani si presentava­no all’anagrafe dove, grazie all’aiuto del responsabi­le dell’ufficio anagrafe, anche in assenza di controlli, veniva loro rilasciata la carta d’identità valida per l’espatrio. Il funzionari­o, difeso dagli avvocati Federico Febbo e Costanza Malerba, è stato sottoposto alla misura interditti­va ed è già stato interrogat­o sia dal gip sia dal pm. A loro, spiegano i difensori, ha ribadito «la correttezz­a del suo agire» e che, comunque, si trattava di cittadini brasiliani con almeno un avo italiano, avevano quindi diritto alla cittadinan­za. Inoltre secondo i legali la residenza era solo temporanea e in questi casi «è possibile chiedere la cittadinan­za anche per via consolare direttamen­te dal Brasile». Il sindaco di Rignano Daniele Lorenzini, informato dell’inchiesta, aveva avviato subito la commission­e disciplina­re. «I risultati — ha spiegato — dovrebbero arrivare in questi giorni». Per la brasiliana è stato disposto il divieto di dimora nel territorio comunale. Al centro dell’inchiesta della Procura sono finiti 41 documenti falsi validi per l’espatrio: alcune pratiche sono prive del fascicolo di residenza o dell’accertamen­to da parte della polizia municipale, altre hanno avuto un accertamen­to negativo, altre ancora di pratiche prive del titolo di occupazion­e dell’immobile.

La «tariffa» Secondo l’accusa la regolarizz­azione degli immigrati costava 2.500 euro

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy