Arezzo, scontro sulla targa per i Viva Maria: «Antisemiti»
Il centrodestra vuole intitolare una piazza al gruppo che a fine ‘700 si macchiò di violenze contro gli ebrei
A dieci anni di distanza dal colpo di spugna del sindaco Giuseppe Fanfani, i sostenitori del «Viva Maria» si fanno di nuovo avanti. Guidati dal consigliere comunale Egiziano Andreani, che a febbraio ha presentato un atto d’indirizzo per intitolare una piazza o comunque un luogo della città alla memoria del movimento antifrancese tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800, autore di molte violenze a sfondo antisemita. La proposta sarà discussa lunedì in consiglio e, fatta eccezione per Angelo Rossi (lista civica), troverà la maggioranza compatta. Il luogo prescelto sarà individuato all’interno della fortezza medicea e la targa riporterà la scritta: «Viva Maria Arezzo. 6 maggio 1799. Insorgenza antifrancese». Dicitura che ricorda quella scelta dal sindaco Luigi Lucherini (centrodestra) nel 2001, quando fu messa la prima targa. Diventata poi nel 2007, con l’avvento dell’amministrazione di centrosinistra, «piazza Madonna del Conforto».
Il cambio di denominazione fu dovuto alla connotazione antisemita che, secondo alcune ricostruzioni storiche, caratterizzò il movimento. Con particolare riferimento ai fatti avvenuti, sempre nel 1799, a Monte San Savino e a Siena, dove tredici cittadini di fede ebraica furono trucidati. «Noi vogliamo ricordare quanto avvenuto ad Arezzo — ribatte Andreani — La mio proposta non è politica, ma storica. Per la città fu un giorno importante. Quindi evitiamo di strumentalizzare la vicenda». Una teoria che non convince non solo la comunità ebraica, ma anche uno storico del cristianesimo Alberto Melloni, che su Twitter ha scritto: «Ad Arezzo una provocazione vorrebbe esaltare l’epopea sanguinaria dei Viva Maria». E neanche l’opposizione: «Il Viva Maria rappresenta quanto più di negativo Arezzo possa tramandare», dice Francesco Romizi della lista d’opposizione Arezzo in Comune. Il presidente della comunità ebraica di Firenze Dario Bedarida si è recato ad Arezzo per tentare di far desistere Andreani. Un tentativo che non ha sortito effetto. «A noi non interessa che ad Arezzo non siano avvenuti crimini contro gli ebrei — sottolinea Bedarida — perché è testimoniato che in altre città è successo. Se venissero tolti i riferimenti al Viva Maria, per noi non ci sarebbero problemi». Una mediazione potrebbe arrivare dal sindaco Alessandro Ghinelli, che non ha preso parte all’incontro con Bedarida. Dove invece erano presenti, insieme ad Andreani, alcuni storici aretini. «Sia chiaro che quello proposto è un riferimento solo per Arezzo — dice Ghinelli —Non vogliamo che la targa assuma alcuna connotazione, tanto meno una così marcata. Sono sicuro che per quanto riguarda la scritta troveremo una soluzione».
Divisioni La maggioranza dirà sì alla proposta avanzata da un consigliere leghista Lo storico Melloni: «Provocazione che esalta un’epopea sanguinaria»