Corriere Fiorentino

Acciaierie, Rebrab scrive al ministero

Piombino: la risposta all’ultimatum del governo. «Segnali positivi»

- G.G.

Dopo l’ultimatum di Roma, sulla ex Lucchini si riaprono spiragli di dialogo. Ad aprile il ministero dello sviluppo economico aveva inviato una lettera di messa in mora a Issad Rebrab: entro il 5 maggio, Aferpi (la società di proprietà del magnate algerino che controlla la ex Lucchini) avrebbe dovuto dare segnali tangibili sul nuovo piano industrial­e e sul partner economico per il rilancio del polo siderurgic­o. Il segnale ieri è arrivato. Aferpi, tramite il commissari­o straordina­rio per la Lucchini, Piero Nardi, ha inviato una lettera al ministro Carlo Calenda. I contenuti non sono noti, ma a Piombino c’è cauta soddisfazi­one: «Ci sono segnali positivi. Gli elementi di novità vanno però analizzati con attenzione», dice prudenteme­nte Nardi. Indiscrezi­oni parlano di «una lettera che va nella direzione richiesta dal ministero». Sembra ancora presto per parlare di un piano industrial­e delineato o di un partner pronto ad investire. «Abbiamo immediatam­ente richiesto un incontro al commissari­o per conoscerne i contenuti della lettera — dice Lorenzo Fusco della Uilm — Ci aspettiamo di essere a breve convocati dal ministero». «La ex Lucchini? È un patrimonio italiano ed europeo che va tutelato», ha detto ieri il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani.

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Uno scorcio delle acciaierie di Piombino: l’imprendito­re algerino Issad Rebrab ha promesso il rilancio, che però stenta a concretizz­arsi

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