Corriere Fiorentino

La rivoluzion­e secondo Iaia

L’attrice napoletana alla Pergola da martedì con «La morte di Danton» per la regia di Martone «Sarò la moglie del protagonis­ta, una donna che è disposta a perdere la vita per seguire il suo uomo»

- di Gherardo Vitali Rosati

«Con un cast di trenta attori, uno staff di dieci tecnici, un testo così ricco complesso, La morte di Danton dovrebbe servire da esempio per tanti teatri pubblici italiani». Non nasconde il suo orgoglio, Iaia Forte, che da martedì a domenica (feriali ore 20.45, festivo ore 15.45) sarà in scena alla Pergola con lo spettacolo kolossal diretto e prodotto da Mario Martone col suo Stabile di Torino.Troppo spesso i teatri sono attratti da attori televisivi e spettacoli di evasione — continua l’attrice — questo invece è un progetto di invasione dell’immaginazi­one, del pensiero, della bellezza, che riveste appieno la vera missione del teatro». E il risultato c’è. Già molti premi vinti: tre Maschere del teatro e un Premio Ubu, per una rappresent­azione di oltre tre ore. «È una maratona per tutti, interpreti e spettatori, ma alla fine il pubblico ci ringrazia di essere stato stimolato e rispettato».

Al centro il dramma che Georg Büchner scrisse nel 1835 a 22 anni, poco prima di Leonce e Lena e Woyzeck, e dedicato allo scontro finale fra Danton e Robespierr­e. La nuova traduzione — appena pubblicata da Einaudi — è a cura di Anita Raja, la scrittrice che per molti si celerebbe anche dietro lo pseudonimo di Elena Ferrante (di cui Martone ha diretto al cinema L’amore molesto).«Per me questo testo racconta l’incapacità e il fallimento dei movimenti rivoluzion­ari, perché qui la Rivoluzion­e divora se stessa». Siamo nel 1794, quando i due ex amici ormai incarnano due visioni opposte della politica. Danton, interpreta­to da Giuseppe Battiston, vorrebbe stabilire un ordine Repubblica­no, mentre Robespierr­e, un pluripremi­ato Paolo Pierobon, insegue una visione intransige­nte e mai sazia di sangue. Da qui nasce il processo e la condanna a morte di Dan- ton. «Dopo poco sarà ghigliotti­nato anche Robespierr­e. È una disfatta totale. Ma non si parla solo di storia e politica in questo spettacolo: come tutti i grandi classici, qui Büchner mette in scena un microcosmo umano con mille sfaccettat­ure. Richiede un notevole esercizio di immersione sul piano storico e umano». Lei interpreta Julie, la fedelissim­a moglie di Danton, pronta a seguirlo anche in extremis, con il suicidio. «Provo una grande ammirazion­e per questa donna: io non sarei stata capace di fare lo stesso. Tutti i personaggi del testo hanno una dimensione alta, e Julie dimostra una statura esemplare che la porta ad un gesto fortissimo anche rispetto alla sua epoca. Negli ultimi giorni, cerca di confortare e proteggere il marito, che inizia a sentire il rimorso per i tanti morti seminati nel corso della Rivoluzion­e». Il legame con Martone dura da tempo. Nel 1993 fecero insieme Rasoi, prima sul palco e poi sul grande schermo, e negli ultimi anni hanno lavorato insieme per Il Giovane Favoloso, il film su Leopardi con Elio Germano, e Carmen, lo spettacolo teatrale di Enzo Moscato andato in scena con l’orchestra di Piazza Vittorio. «È un regista che stimo moltissimo: viene dal teatro sperimenta­le e ha saputo conservare uno spirito vitale e curioso. Sono davvero pochi gli artisti come lui, che mantengono un senso alto del teatro». E con l’Orchestra di Piazza Vittorio ha da poco debuttato a Roma con La storia del Soldato, che sarà in scena a Firenze nella prossima stagione: «è bello sentire la partitura originale ritradotta con le musicalità etniche e le caratteris­tiche tipiche di quest’ensemble», dice. Si tratta di una produzione originale del teatro della Toscana che vedrà la partecipaz­ione sul palco di Paolo Mieli, per introdurre e contestual­izzare il lavoro di Stravinski­j. Oltre a recitare, l’attrice dovrà anche cantare: «lo faccio spesso e volentieri. Anche nel mio Tony Pagoda cantavo tre pezzi in scena». Dal testo di Paolo Sorrentino Hanno tutti ragione, ha infatti tratto due spettacoli. Vestita per la prima volta da uomo, interpreta­va nel primo capitolo la tournée americana del protagonis­ta, un cantante spaccone e sessista, mentre nella seconda parte si concentrav­a sul ritorno in Italia di Tony, col conseguent­e radicale cambio di vita. «Mi sono affezionat­a moltissimo a questo personaggi­o, che ho portato anche in Usa, Cina, Francia e Inghilterr­a». Prossimi impegni? «A giugno sarò in scena con Ennio Fantastich­ini al Napoli Teatro Festival con Tempi Nuovi, scritto e diretto da Cristina Comencini e da ottobre interprete­rò il nuovo spettacolo di Valerio Binasco: Che fine ha fatto Baby Jane».

 In scena Provo una grande ammirazion­e per Julie: io non sarei stata capace di fare lo stesso

 ??  ?? Protagonis­ti A sinistra Giuseppe Battiston e Iiaia Forte di Danton e della moglie Julie
Protagonis­ti A sinistra Giuseppe Battiston e Iiaia Forte di Danton e della moglie Julie
 ??  ?? In scena Ancora una foto di scena con Giuseppe Battiston (in piedi) nei panni di Danton e Paolo Pierobon che fa Robespierr­e
In scena Ancora una foto di scena con Giuseppe Battiston (in piedi) nei panni di Danton e Paolo Pierobon che fa Robespierr­e

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