Una notte per Casaglieri, il sodale di Monni e Benigni
Chi era Franco Casaglieri da Vergaio — pardon: Frank, per tutti era Frank all’americana — lo racconta meglio di chiunque altro il regista e a lungo compagno di strada Marco Limberti: «Un costumista, uno scenografo, uno scrittore, un poeta, un attore, un uomo d’affari, un artista completo. Ma più che altro un playboy». Quanto potesse andare «oltre» il surrealismo la sua stessa vita invece, sempre in bilico tra realtà e finzione scenica, è difficile comprenderlo. Casaglieri stava all’aneddotica come l’oceano sta allo tsunami: tutti ancora ridono ripensando a quando raccontava, serio, come fosse tutto vero, di aver rapito Tina Turner e averle rubato le scarpe. Genio, a suo modo. In coppia col Monni. In trio quando Benigni era ancora il meraviglioso Cioni Mario di Gaspare fu Giulia. A un anno e mezzo dalla sua scomparsa a 63 anni, stasera Vergaio lo ricorda. Nel paese natale di Roberto Benigni si svolge una serata dedicata al maestro di scorribande Franco Casaglieri tra gli ispiratori di Berlinguer ti voglio bene e storico sodale del primo Benigni: con il titolo Troppa Trama (sua espressione passata alla storia nel descrivere un film a luci rosse) dalle 18 a notte fonda al suo Circolo Arci lo ricordano tra poesia, musica e una banda degli ottoni. Per celebrare questo artista e quella stagione con gli amici e gli artisti di sempre. Dagli amici del Casaglieri parte anche un invito allo stesso Roberto Benigni, che nel giorno del funerale era all’estero e si fece vivo solo tramite lettera: «Vieni a salutare Franco al circolo». L’ultima volta (in vita) Benigni aveva omaggiato la loro amicizia concedendo a Casaglieri la memorabile scena de La vita è bella in cui Casaglieri spegne il suo sigaro sulla vetrina del negozio che recita la scritta «Vietato l’ingresso ai cani e agli ebrei».