Corriere Fiorentino

Una notte per Casaglieri, il sodale di Monni e Benigni

- Edoardo Semmola

Chi era Franco Casaglieri da Vergaio — pardon: Frank, per tutti era Frank all’americana — lo racconta meglio di chiunque altro il regista e a lungo compagno di strada Marco Limberti: «Un costumista, uno scenografo, uno scrittore, un poeta, un attore, un uomo d’affari, un artista completo. Ma più che altro un playboy». Quanto potesse andare «oltre» il surrealism­o la sua stessa vita invece, sempre in bilico tra realtà e finzione scenica, è difficile comprender­lo. Casaglieri stava all’aneddotica come l’oceano sta allo tsunami: tutti ancora ridono ripensando a quando raccontava, serio, come fosse tutto vero, di aver rapito Tina Turner e averle rubato le scarpe. Genio, a suo modo. In coppia col Monni. In trio quando Benigni era ancora il meraviglio­so Cioni Mario di Gaspare fu Giulia. A un anno e mezzo dalla sua scomparsa a 63 anni, stasera Vergaio lo ricorda. Nel paese natale di Roberto Benigni si svolge una serata dedicata al maestro di scorriband­e Franco Casaglieri tra gli ispiratori di Berlinguer ti voglio bene e storico sodale del primo Benigni: con il titolo Troppa Trama (sua espression­e passata alla storia nel descrivere un film a luci rosse) dalle 18 a notte fonda al suo Circolo Arci lo ricordano tra poesia, musica e una banda degli ottoni. Per celebrare questo artista e quella stagione con gli amici e gli artisti di sempre. Dagli amici del Casaglieri parte anche un invito allo stesso Roberto Benigni, che nel giorno del funerale era all’estero e si fece vivo solo tramite lettera: «Vieni a salutare Franco al circolo». L’ultima volta (in vita) Benigni aveva omaggiato la loro amicizia concedendo a Casaglieri la memorabile scena de La vita è bella in cui Casaglieri spegne il suo sigaro sulla vetrina del negozio che recita la scritta «Vietato l’ingresso ai cani e agli ebrei».

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Franco Casaglieri

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