Lite a Barbiana
I lavori per la visita del Papa: «Scempio». «No, la Fondazione sapeva»
Duello sul cantiere che divide Curia e Fondazione
Tra gli anni ’50 e ’60, col bel tempo, quello spiazzo diventava l’aula di geografia della scuola di Barbiana. Don Lorenzo Milani appendeva la cartina geografica a un ramo del quercione e faceva lezione ai ragazzi seduti sull’erba attorno a lui. Ora, al posto di quell’«aula» c’è una piattaforma di cemento di trentuno metri quadrati. È stata posata in due giorni, e tra un mese e mezzo ospiterà il casotto con i nuovi gabinetti. In tempo per il 20 giugno, per la storica visita di Papa Francesco.
Alla Fondazione don Milani, testimone del messaggio di don Lorenzo, quella colata di cemento a trenta metri dalla chiesa non va proprio giù: la proprietà è dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero (un ente della Curia di Firenze) che ha deciso di far partire i lavori. Ma «è compito della Fondazione mantenere intatta Barbiana come è stato fatto in questi cinquant’anni da chi l’ha amata. Questi lavori dovrebbero essere fermati subito», è la voce ufficiale dell’istituzione presieduta da Michele Gesualdi. La Fondazione da anni chiedeva alla Curia la costruzione di un bagno per i tanti visitatori, visto che quello della canonica è inadeguato. Ma aveva indicato luoghi meno centrali. Invece la scelta è caduta sullo spiazzo a metà strada tra la chiesa e il cimitero, in un punto molto visibile.
Gli operai sono al lavoro: il casotto, sopra la piattaforma di trentuno metri quadrati, sarà grande diciassette metri quadrati, con tre metri e trenta centimetri di altezza, che ospiteranno due bagni (uno per disabili, con la doccia) e un antibagno. A ridosso del quercione di don Lorenzo. «Noi vogliamo i bagni, ma non così — dicono dalla Fondazione — Papa Francesco ha scritto un’enciclica sulla natura. Ecco noi siamo inclini agli stessi principii, facciamo dei bagni con lo spirito del Papa. Non vogliamo questo cemento».
«Fermate i lavori, sono uno scempio», è il cartello appeso da alcuni residenti che vivono nelle case attorno. Hanno anche fatto partire una raccolta di firme. E due di loro ieri mattina sono scesi a Vicchio per parlare col sindaco Roberto Izzo: «Il sindaco — racconta Martina Malevolti — ci ha invitati a non fare polemica perché ha paura che altrimenti il Papa non venga più».
Alla Fondazione spiegano di essere arrabbiati anche per aver saputo dei bagni solo a cantiere iniziato. Ma don Giuliano Landini, parroco di Vicchio (e di Barbiana) e presidente dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero, la racconta in modo diverso: «Il progetto è stato portato in soprintendenza a marzo, i bagni dovevano essere costruiti a prescindere dalla visita di Papa Francesco, in vista del cinquantesimo dalla morte di don Milani (il 26 giugno prossimo, ndr) — spiega — Alla Fondazione sapevano tutto, il loro non è un comportamento leale». «Quel punto è stato scelto perché è l’unico accessibile per i disabili, e in fondo tutta Barbiana è un’aula storica — prosegue don Giuliano — Metteremo delle piante attorno per diminuire l’impatto visivo».
A Barbiana, è un viavai di giovani che vengono in visita ai luoghi di don Lorenzo. Così, quando non c’è nessuno della Fondazione, a tenere aperta la scuola ci pensa Antonio. È lui a indicare la grande macchia a monte della piscina in cui don Milani insegnava ai ragazzi a nuotare: «Dietro quel macchione, i bagni sarebbero stati invisibili». Ma per don Landini quella soluzione sarebbe stata impraticabile per i disabili. E troppo costosa.
Dentro la canonica di Barbiana , non si parla d’altro che del nuovo casotto di cemento. E Antonio per non arrabbiarsi troppo ci scherza su: «Perché non apriamo anche un negozio di souvenir? Ci mancano solo le statuette di don Lorenzo con dentro l’acqua di Barbiana».
I residenti Il sindaco di Vicchio ci ha invitati a non fare polemica perché ha paura che altrimenti Francesco non venga più