Il cavallo di Leonardo vive a Montepulciano
Il modello andò distrutto: ora una mostra lo racconta
Alla Fortezza Le riproduzioni delle macchine del genio, dal leone meccanico al congegno alato
MONTEPULCIANO L’irruzione dei francesi a Milano nel 1499 fu il colpo di grazia sul cavallo di Leonardo. Il modello in creta della statua, che nelle intenzioni del maestro di Vinci doveva essere la più grande mai realizzata (quasi 8 metri di altezza per 20 tonnellate di peso), andò distrutto. Non i disegni però, che ancora oggi restituiscono grandezza e capacità del suo genio. Ora celebrato a Montepulciano con Leonardo da Vinci: Visions. La mostra, aperta fino al 17 settembre alla Fortezza e al Giardino Poggiofanti, analizza le fasi del processo creativo del cavallo, attraverso progetti, riproduzioni delle invenzioni e, appunto, il modello in scala 1:1 del monumento equestre dedicato a Francesco Sforza, posizionato nel giardino. L’esposizione, promossa dal Comune e dal Cantiere d’arte e curata da Opera Civita in collaborazione con il Museo Galileo di Firenze, presenta anche suggestive riproduzioni di macchine di Leonardo ed è il risultato dell’unione di alcune mostre sul genio ideate dal Museo Galileo. Il viaggio inizia con due copie del leone meccanico. Destinato a impressionare il Re Francesco I di Francia, offrendogli da una porta che si apriva sul petto attraverso un sistema di molle, un mazzo di gigli. Per poi arrivare al processo di realizzazione del cavallo. L’osservazione degli animali in natura, gli appunti sulla muscolatura e gli schizzi sui fogli. Quindi, la progettazione del forno, riprodotto con un modellino e il cui funzionamento è documentato da alcuni video. «In molti interpretano la pittura di Leonardo, ma il lato creativo rimane ancora un mistero, nonostante sia stato studiato a lungo – sottolinea Paolo Galluzzi, direttore del Museo Galileo – È un genio non solo per le invenzioni, ma per come arrivava a realizzarle». Come è dimostrato dal- l’automobile, che è stata riprodotta, esponendola verticalmente, anche in versione scomposta per mettere in risalto tutti i meccanismi. Per finire con un modello di macchina volante e il congegno alato per permettere all’uomo di volare. Un progetto originato da un lungo studio sulle ali degli uccelli e la possibilità di applicarle all’essere umano. Il legame tra Leonardo e Montepulciano non si esaurisce però nella mostra. Il genio di Vinci fu un grande estimatore del Poliziano e realizzò una dettagliata carta geografica della Val di Chiana, ipotizzando la bonifica della palude, ben due secoli prima che venisse realizzata. Nello stesso periodo, ai piedi della città, veniva eretto il tempio di San Biagio. Imponente chiesa rinascimentale, che dopo anni di incuria, ora è di nuovo fruibile quotidianamente. A introdurre il visitatore, con un’apposita audiovideo-guida, la voce di Antonio da Sangallo, detto il Vecchio. L’architetto che la realizzò nel 1518.