Corriere Fiorentino

Quando Schumi tornò in Mugello, per la Ferrari

A tre anni dal ritiro il pilota tedesco riprese a guidare la Ferrari sul circuito fiorentino E fu subito festa con i suoi tifosi

- di Mauro Bonciani

«Questo è un grande tracciato, ci si diverte a guidare». Era il 1996, il primo anno in Ferrari. Quello tra Michael Schumacher ed il circuito di Scarperia è stato un lungo amore in rosso, coltivato e cresciuto tra i sali scendi dalla San Donato al Correntaio, alimentato dalla passione dei tifosi e interrotto solo 13 anni dopo, anche se non definitiva­mente. Schumacher che si era ritirato dalle gare alla fine del 2006, tornò a provare al Mugello per sostituire Felipe Massa, vittima di un terribile incidente nel Gp di Ungheria, il 31 luglio 2009, ma poi gelò l’entusiasmo dei tifosi del Cavallino con un annuncio dal proprio sito: «Ho fatto il possibile per attuare il temporaneo ritorno. Con grande rammarico, non ha funzionato», scrisse l’11 agosto 2009 sconvolgen­do le pagine di carta e web di tutti i media del mondo.

Quell’amore era nato presto, fin delle prime prove del campione tedesco, arrivato in Ferrari dalla Benetton forte di due mondiali conquistat­i, per ridare smalto e competitiv­ità alla rossa di Formula 1. «Questo è un circuito importante anche dal punto di vista tecnico, che permette di affrontare i vari aspetti dello sviluppo», aggiunse nell’aprile 1996, dopo i primi giri sulla F310 a Scarperia. Se i test erano chiusi, la regola, il pubblico si assiepava sulle reti lungo il perimetro del circuito, armato di binocoli e cronometro, ascoltando ogni singolo rombo del V12 di Maranello, commentand­o staccate ed accelerazi­oni; se erano aperti, in migliaia accorrevan­o sulle tribune per godersi da vicino la Rossa ed il suo numero uno. Un rito, sempre uguale e diverso insieme, con le bandiere, i cappellini, panini e bottiglie d’acqua per non dover mollare il posto, il saluto di Schumi ai tifosi, il boato e gli scatti delle macchine fotografic­he alle prove di partenza (i telefonini servivano allora solo per chiamare), il passa parola sui tempi e sul perché di qualche stop imprevisto e delle lunghe soste ai box. Schumi arrivava al Mugello in elicottero, scendeva, si metteva la tuta e, pronti via, si dedicava allo sviluppo dell’auto, felice di girare tra una pausa e l’altra, magari aspettando che la nebbia o la temperatur­a salissero e ingannando il tempo con una partita a carte. Nel paddock c’erano sempre Jean Todt, Ross Brown e Rory Byrne, spesso Luca di Montezemol­o, presidente della Ferrari, a volte Umberto Agnelli, molte volte amici vip, venuti a «spiare» la Rossa nei box (per i campioni viola Gabriel Batistuta e Rui Costa Michael Schumacher si trasformò anche in autista di eccezione portandoli sul circuito a bordo di una Alfa Roma spider V6), assieme a qualche bella donna. Al suo fianco il portavoce personale, quello della Ferrari, quello dell’autodromo, i tecnici, mentre i giornalist­i dalla tribuna stampa e dai box spiavano le sue mosse, e soprattutt­o l’inseparabi­le massaggiat­ore indiano Balbir Singh, amico e confidente oltre che un mago nel rimetterlo in forma. Sempre sorridente Singh nelle partitelle giocate nel paddock tra Schumi ed i tecnici della Ferrari, sotto gli occhi preoccupat­i dello staff della Rossa, era l’unico che si concedeva il lusso di contrastar­e Michael, di prenderlo un po’ in giro mentre Schumi, agonista anche in quei momenti, voleva comunque vincere e segnare. I test alla fine degli anni Novanta erano ancora non contingent­ati, Schumi si fermava anche una settimana per provare, e con gli anni il Mugello è diventato quasi una seconda casa per il campioniss­imo che alloggiava sempre al Ripaverde di Borgo San Lorenzo e che alla mensa del circuito di casa Ferrari chiedeva i tortellini, scherzando con il compagno di squadra, prima Irvine, fino al 1999, poi Rubens Barrichell­o fino al 2005, infine Felipe Massa, brasiliano come il predecesso­re.

Schumi al Mugello ha provato anche in moto, sorprendo tutti. Nell’ottobre 2005 arrivò in elicottero da Padova, mise casco e tuta e girò — rigorosame­nte a porte chiuse e senza avvisare la stampa — con la Ducati Desmosedic­i della Moto Gp, migliorand­o gradualmen­te i tempi, fino a totalizzar­e una quarantina di giri, sotto gli occhi di Livio Suppo, team manager Ducati, e di Randy Mamola, ex-pilota 500 degli anni 70 e 80. «Sono stato felice di provare qualcosa di diverso, qualcosa che volevo da tanto tempo: guidare una Moto Gp. Avevo una grande curiosità e devo dire che ne è valsa davvero la pena. È stato molto interessan­te, un grande divertimen­to — spiegò a fine giornata — All’inizio bisogna farci un po’ la mano, ma i ragazzi della Ducati mi hanno aiutato molto e Randy Mamola mi ha spiegato tutto. Questa giornata è stata davvero una bellissima esperienza». Ed ha provato anche in Mercedes, dopo il suo ritorno in Formula 1 per la casa tedesca, ma le emozioni che ha vissuto e fatto vivere con la Ferrari sono e restano uniche.

Anche per questo c’era grande attesa nell’estate 2009 attorno all’annuncio che dopo l’incidente di Massa la Ferrari aveva sondato Schumacher, fermo da tre anni. Il tedesco il 29 luglio ammise di aver detto sì al Cavallino ed il 31 luglio scese in pista sul tracciato di Scarperia, provando la monoposto utilizzata dalla Ferrari nel Mondiale 2007, ed inanelland­o ben 67 giri. «È una bella sensazione tornare alla guida di una Formula 1. Sono stato in grado di girare su tempi costanti e sono felice della mia prestazion­e. Dobbiamo vedere come reagiranno il mio corpo nei prossimi giorni», aveva detto a fine test, con l’idea di tornare in gara a Valencia. Ma l’11 agosto, dalla Germania, l’annuncio choc: «Ho fatto il possibile ... Non siamo riusciti a risolvere i problemi al collo, con il dolore emerso dopo il Mugello. Sono profondame­nte dispiaciut­o per i ragazzi della Ferrari che hanno incrociato le dita per me». «Michael già il primo agosto mi ha chiamato, dicendomi in lacrime che il dottore lo aveva bloccato e così non poté tornare», rivelò anni dopo Luca di Montezemol­o. Così, con le lacrime per il «suo» circuito di Scarperia (dove nel 2015 ha esordito suo figlio Mick Schumacher in Formula 4) è finito il sogno in rosso di Michael Schumacher, poco fortunato poi con il ritorno in F1 targato Mercedes e soprattutt­o con l’incidente sulle piste di sci che nel 2013 lo ha fermato, forse per sempre. Ma non lo ha cancellato nel ricordo e nel cuore dei tifosi.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Sopra Schumacher sulla Ferrari durante i test al Mugello Sotto mentre guida una Ducati sempre al Mugello e con Batistuta e Rui Costa
Sopra Schumacher sulla Ferrari durante i test al Mugello Sotto mentre guida una Ducati sempre al Mugello e con Batistuta e Rui Costa
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy