Corriere Fiorentino

LA FORZA (O IL PESO) DEL PASSATO

- di Carlo Nicotra

Isegnali c’erano, così è stato: nella sfida per il vertice (e il futuro) di ChiantiBan­ca Lorenzo Bini Smaghi è stato battuto dalla lista «Fedeltà alla storia e alla cooperazio­ne» con il 54 per cento dei voti contro il 46. Un vero ribaltone dopo un anno di presidenza e non pochi sussulti. Forse, e paradossal­mente, Bini Smaghi ha pagato anche la sua dimensione europea, una certa distanza avvertita dal territorio, un modello forse più adatto ad altri palcosceni­ci che non a un istituto locale, oltre ad alcune retromarce (su tutte quella dell’impossibil­e trasformaz­ione in Spa, sfruttando la way out concessa dalla riforma del credito cooperativ­o). Bini Smaghi aveva cercato una ripartenza su basi nuove e conti ripuliti. Di certo contro l’ex membro del board della Banca centrale europea hanno giocato anche questi anni di crisi del sistema bancario, alla fine dei quali termini come espansione, acquisizio­ni, allargamen­to dei confini hanno finito per assumere quasi una connotazio­ne negativa, comunque collegata a gravi rischi possibili. Mentre a favore dei suoi avversari hanno giocato lo spirito di conservazi­one, la rassicuraz­ione che danno la tradizione e la fedeltà ai vecchi legami. Poco sembrano aver pesato, invece, le relazioni di Bankitalia e della vigilanza interna sugli errori e sulle opacità della gestione pre Bini Smaghi. I 27 mila di San Casciano insomma non hanno voluto cambiare, anzi hanno preferito fare un passo indietro.

E che ChiantiBan­ca finirà per tornare sui binari della Federazion­e delle Bcc, entrando nel gruppo Iccrea: c’è da capire cosa questo vorrà dire in termini di sovrapposi­zione di sportelli e conflitti collegati, anche sul fronte dell’occupazion­e. L’era di Bini Smaghi finisce prima di cominciare davvero, speriamo però che non tramonti l’idea di costruire quella «banca per i toscani», solida, vicina al territorio e alle sue imprese ma lontana da certe pericolose commistion­i, di cui l’economia regionale avrebbe un gran bisogno. Soprattutt­o ora.

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