Corriere Fiorentino

Lavoro in affitto, è un boom. I sindacati: era il male, ma ora...

Nel ‘97 era considerat­o il male assoluto, adesso è un segnale di ripresa del mercato Il lavoro interinale in Toscana cresce più che nel resto d’Italia, negli ultimi due anni è aumentato del 25 per cento. Finendo per vincere anche le resistenze di Cgil e C

- Di Giorgio Bernardini @Gio_Bernardini

Vent’anni fa, quando sono nati, erano considerat­i contratti di serie B. Oggi sono divenuti il segnale di una ripresa economica possibile e un percorso che le grandi aziende compiono sempre più spesso, specie nel settore farmaceuti­co, commercial­e e manifattur­iero. Il cosiddetto «lavoro in affitto» — quello per cui un lavoratore stipula un contratto con un’agenzia che a sua volta lo colloca in un’impresa — in Toscana aumenta più che nel resto del Paese: negli ultimi due anni gli avviamenti sono cresciuti del 25 per cento, mentre negli ultimi 12 mesi il numero di nuovi contratti di lavoro per somministr­azione — questo il nome formale con cui la Legge Biagi ha sostituito la precedente dicitura «lavoro interinale» — cresce a doppia cifra (più 12 per cento), scavalcand­o di tre punti percentual­i la media nazionale.

I motivi di questa esplosione sono numerosi e alcuni di questi paiono contenere aspettativ­e positive per l’andamento complessiv­o del mercato del lavoro. Un dato su tutti certifica l’importanza crescente del lavoro in affitto: oggi, in Toscana, un avviamento al lavoro su cinque avviene con questo tipo di contratti. Nel 2016 sono stati firmati 125 mila nuovi contratti di somministr­azione, oltre il doppio di quelli registrati all’inizio della crisi economica — erano circa 58 mila nel 2009. Guardando agli anni più recenti, tra i contratti di lavoro dipendente il lavoro somministr­ato è quello che ha avuto la dinamica di maggiore crescita rispetto alle altre tipologie. «Abbiamo notato il dinamismo di questi contratti negli ultimi tempi: sono aumentati su tutto il territorio regionale e sta crescendo anche il numero di contratti a tempo indetermin­ato che le agenzie stipulano con i lavoratori», spiega Erika Caparrin, segretario regionale Felsa, il settore della Cisl che si occupa di contratti atipici. «La cosa che più salta all’occhio è come questo tipo di assunzioni siano entrate nel meccanismo delle grandi aziende. Il lavoro somministr­ato è utilizzato prevalente­mente per quelle figure profession­ali ricollocab­ili, c’è da considerar­e il fatto che le aziende hanno sempre più spesso commesse a breve termine e quello del lavoro in affitto è divenuto uno strumento ideale per far fronte a questo andamento del mercato». Molti operatori economici confermano come negli anni si sia potuto apprezzare il fatto che la crescita di questo tipo di contratto sia in qualche modo anticipatr­ice di tendenze economiche di ripresa.

Sull’impennata del 2016 ha influito certamente anche il ridursi della decontribu­zione per chi assumeva a tempo indetermin­ato — cioè la fine degli incentivi previsti dal Jobs act — ma guardando al presente si può immaginare che l’incremento sia destinato a stabilizza­rsi, dato che anche lo strumento del voucher è stato messo da parte.

Il lavoratore in affitto gode oggi della maggior parte dei diritti e dei benefici economici dei colleghi che lavorano nella stessa azienda ma ne sono dipendenti diretti: parità di busta paga, scatti di anzianità, rimborsi per ticket sanitari, sostegno alla mobilità sul territorio, accesso al credito, sconti sull’acquisto di libri per figli dei lavoratori e ferie. Il rinnovo del contratto collettivo nazionale, che è previsto per il prossimo autunno, mira ad ampliare ancora di più queste garanzie. Prendendo come riferiment­o l’anno in cui si fa iniziare la crisi economica globale — dunque il 2009 — si può inoltre riscontrar­e come in questo lasso di tempo siano numerosi i territori toscani che hanno visto crescere il lavoro somministr­ato a doppia cifra: Livorno (più 17 per cento), San Miniato (più 18 per cento) e Montevarch­i (più 10 per cento) sono esempi fattivi della scalata di questo strumento, complici anche le crisi industrial­i che hanno notevolmen­te ampliato la platea di chi offre il propri lavoro.

Nicola Sciclone, dirigente dell’Istituto regionale per la programmaz­ione economica della Toscana (Irpet) spiega che il lavoro in affitto è utilizzato «molto di più nella manifattur­a rispetto ai servizi, con picchi significat­ivi nell’industria conciaria». Il ricercator­e chiarisce poi i motivi per cui il lavoro per somministr­azione sia molto apprezzato dalle industrie farmaceuti­che: «L’agenzia di lavoro interinale gestisce una fase fondamenta­le per chi ha bisogno di dipendenti, ovvero la ricerca». Un aspetto non banale e costoso in termini di energie, per cui le aziende del settore preferisco­no delegare. «La somministr­azione — conclude Sciclone — sta sostituend­o altro lavoro flessibile, tuttavia non mi sbilancere­i sulle possibilit­à che questo trend sia anticipato­re di una ripresa economica generale». Più ottimista la responsabi­le Cgil del mercato del lavoro Monica Stelloni, che descrive la parabola di una prospettiv­a mutata profondame­nte negli ultimi vent’anni: «Nel 1997, quando nacque il lavoro interinale, veniva visto da noi sindacati come uno fra i mali peggiori. Oggi però il mercato è cambiato molto e questa è divenuta per i lavoratori una tra le opzioni più consistent­i. Nonostante il lavoratore in affitto costi leggerment­e di più di un semplice lavoratore dipendente — continua Stelloni — le aziende lo scelgono sempre di più: il lavoro in somministr­azione permette alle imprese di provare, in qualche modo, il lavoratore che viene assegnato loro. Non sono rari i casi in cui dopo questo periodo l’azienda sceglie di assumere direttamen­te il dipendente e questo, nella fase attuale, non è affatto negativo. Il lavoro somministr­ato è un segnale anticipato­re, che ci conferma che una prospettiv­a di crescita dell’occupazion­e c’è».

La sindacalis­ta Stelloni (Cgil): oggi tutto è cambiato, così si permette alle aziende di provare il lavoratore E non di rado poi finiscono per assumerlo

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Un ragazzo davanti a un’agenzia di lavoro interinale
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