Mobilità e infrastrutture Dopo le tramvie: il rebus parcheggi e delle linee Ataf
La tramvia, a metà del guado (e con la corsa a concludere i lavori e far partire i Sirio a febbraio 2018), è l’emblema di un sistema della mobilità pensato per il futuro, in modo «democratico» e «metropolitano», come ha detto il sindaco. Ma è anche la dimostrazione di come sia difficile cambiare. Il sindaco Dario Nardella ha ammesso che la «rivoluzione» delle linee Ataf con i nuovi percorsi necessari dopo la partenza delle linee 2 e 3 della tramvia non è stata ancora studiata. È stato studiato invece lo schema di come raggiungere la città nel futuro. Prevede tra le altre cose cinque parcheggi scambiatori dove lasciare l’auto e poi prendere i mezzi pubblici, tramvia in primis: ma di questi, solo uno sarà pronto a breve, quello di Villa Costanza a Scandicci al capolinea della linea 1, mentre per quelli di Peretola, Castello, Le Piagge, Bagno a Ripoli ci sarà da aspettare anni, mentre la pressione del traffico e dell’arrivo di turisti e «city users» in città è già davanti agli occhi. Sempre sulla mobilità, la sfida «elettrica» vede Firenze al top: ma i 4 mila mezzi a batteria presenti in città, comunque il dato più alto percentuale in Italia, sono il 2% o poco più di tutti i mezzi, il resto è a carburante fossile. E la carenza ancora di centraline «fast charger», quelle che consentono di ricaricare velocemente, mostra che una tendenza locale diventa forte se ci sono politiche nazionali, senza le quali si rischia la testimonianza. E se sul «car sharing», cioè l’uso di auto non di proprietà affittabili tramite App, Firenze vede le più alte percentuali di utilizzatori tra quelle dove è presente, resta la storia infinta del «bike sharing», annunciato fin dalla giunta Renzi e mai partito. «Avremo novità tra qualche settimana» giura il sindaco Nardella. Altre «grandi opere» restano in attesa di chiarimenti: Fortezza, aeroporto, stazione Foster e tunnel dell’Alta velocità.