LA CITTÀ DEGLI INTERESSI DI PARTE CHE CONSUMA IL TESORO DI TUTTI
Nardella ha parlato 1) della città che si trasforma; 2) della città globale; 3) della città/comunità. Una scansione pensata per illustrare i progetti in corso o da avviare, il contesto internazionale delle scelte, il bisogno di garantire una maggiore qualità della vita. Peccato che si sia dimenticato di parlare della quarta città. E cioè della città fatta da tante città diverse, ma tutte eguali nella loro ispirazione, che -una volta l’una e una volta l’altra- resistono a ogni cambiamento, a ogni novità che possa toccare i loro interessi particolari, anche se in gioco c’è l’interesse di Firenze nel suo complesso. È la città della miopia, incapace di vedere lontano. È la città più conservatrice. Perché nel suo caso conservare significa garantirsi trattamenti favorevoli a scapito della comunità. È sempre la solita storia. Quella di una Firenze piegata alle convenienze. Ed è la stessa Firenze che sempre ieri ha esultato all’annuncio che l’esperimento della Ztl no-stop sarebbe stato rinviato di una settimana e che sarà sottoposto a verifica già dopo un mese. Un annuncio a sorpresa , proprio nel giorno in cui Nardella voleva simbolicamente segnare una punto di non ritorno nella sfida della contemporaneità. Il sindaco ha parlato di problemi organizzativi come causa dello slittamento. Viene da sorridere a pensare che Renzi dette un mese alla macchina di Palazzo Vecchio per varare la pedonalizzazione di piazza Duomo e la rivoluzione di tutte le linee dell’Ataf. Un mese: il tempo che questa giunta si era data per attrezzare la città nei fine settimana del centro senza auto, a cominciare dalle navette con i maxi parcheggi. Eppure un mese non è bastato. Come non farsi venire cattivi pensieri? E non viene da sorridere affatto pensando alla difficoltà che il sindaco incontra nel difendere con coerenza le sue scelte e alla prontezza con cui la Confesercenti ha plaudito all’annuncio di ieri profetizzando la retromarcia finale. Un epilogo possibile, anche se sembra paradossale che il verdetto possa precedere ogni valutazione dei risultati concreti. Ma a chi rappresenta gli impresari della notte importa solo far valere il suo punto di vista, contando sulla vicinanza di alcuni assessori e su un’opposizione disattenta e inadeguata, oppure complice di quella neo-Firenzina, non più aggrappata alle sue suggestioni ottocentesche, ma di nuovo ripiegata su stessa, tutta presa dalle prebende e da quella rendita che dovrebbe essere affrontata a viso aperto e combattuta. Quando Firenze sarà ridotta a una sua brutta copia, poco appetibile per tutti, anche la nuova Firenzina capirà il danno che avrà fatto. Bella consolazione.
Quando Firenze sarà ridotta a una sua brutta copia, poco appetibile per tutti, anche la Firenzina capirà il danno che avrà fatto