Corriere Fiorentino

Timbra e se ne va: primo licenziato

La Regione applica la riforma Madia e caccia il dipendente. Mai successo in Toscana

- Simone Innocenti

È la volta che viene applicata in Toscana la normativa Madia, quella che permette di licenziare più velocement­e i dipendenti pubblici. È così che ieri è stato licenziato un dipendente della Regione sorpreso, anche grazie alle telecamere di sicurezza, ad uscire dal luogo del lavoro dopo aver timbrato (in entrata) il cartellino.

Il provvedime­nto di licenziame­nto è dovuta una presunta falsa attestazio­ne in servizio tramite timbratura del cartellino. Il provvedime­nto è stato preso dall’ufficio di disciplina della Regione nei giorni scorsi, sulla base della cosiddetta normativa Madia che ha introdotto una procedura abbreviata. «In precedenza gli atti erano stati trasmessi alla Procura della Repubblica per truffa e alla Corte dei Conti per un presunto danno erariale», rende noto la stessa Regione.

Agli atti dell’ufficio disciplina ci sarebbe il modo in cui il dipendente è stato scoperto. I suoi comportame­nti scorretti per chi viene sorpreso a strisciare il badge e poi non entrare a lavoro sarebbero avvenuti «reiteratam­ente» soprattutt­o nel momento della pausa pranzo, quando lui — dopo aver terminato di mangiare — strisciava il budge in una mensa e poi tornava al lavoro con troppi minuti di ritardo.«Nessuno di noi si diverte a d applicare questa normativa, ma si è trattato — in questo caso — di un provvedime­nto inevitabil­e», spiega l’assessore regionale al Personale Vittorio Bugli.

Nelle prossime settimane saranno gli inquirenti a formulare, eventualme­nte, le contestazi­oni al dipendente sia da un punto di vista penale che da un punto di vista contabile. Gli inquirenti dovranno anche capire se vi sia presunte responsabi­lità anche da parte del dirigente, dopo che nel 2011 — sempre in Toscana — si verificò un caso piuttosto singolare. Un dipendente pubblico della Regione, in orario d’ufficio, si era assentato dal lavoro per andare a impartire, a pagamento, lezioni di tennis. Per questo l’uomo, 55 anni, di Firenze e impiegato in una direzione della Regione Toscana, era stato indagato per truffa aggravata a danno di un ente pubblico e sospeso dal pubblico impiego per 20 giorni, in esecuzione di una misura interditti­va. Lui fu licenziato e condannato penalmente a 9 mesi di reclusione e 900 euro di multa.Successiva­mente la Corte dei Conti gli contestò il danno erariale per quasi 22mila euro. Ma non solo. Nel mirino dei giudici contabili finì anche il dirigente diretto del funzionari­o «assenteist­a», ritenuto responsabi­le «per non aver adeguatame­nte attivato i controlli interni».

È proprio questo aspetto dell’omessa vigilanza che sarà analizzato dagli inquirenti: si vuole capire se il dirigente a cui rispondeva il dipendente licenziato ieri abbia fatto il suo dovere, come sembra, oppure se non si sia accorto di nulla.

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