Malamovida, 24 ore su 24 Un esposto dei residenti
Via Pandolfini, esposto dei residenti contro la mala movida: abbiamo paura e non dormiamo mai
Via Pandolfini, quattro del mattino. Un gruppo di ragazzi, storditi da shottini e birre, indugia davanti alla discoteca «Dolce Zucchero» e gli schiamazzi raggiungono gli ultimi piani dei palazzi storici. Poco distante, un balordo sale sul tetto di un’automobile e inizia a ballare sulle note di una canzone immaginaria mentre tra due marocchini volano insulti e si sfiora la scazzottata per una dose di droga. I residenti protestano quasi tutti scappano all’arrivo di polizia e carabinieri. Lo spettacolo si ripete quasi ogni notte e va avanti fino alle 6 del mattino in una strada del centro storico tra piazza della Signoria e Santa Croce, anima della movida fiorentina.
Due mesi fa anche il portiere di notte del Borghese Palace Art Hotel è stato colpito con una testata da uno sbandato che voleva entrare in albergo: molta paura e nessuna ferita per il malcapitato. Per questo gli abitanti hanno scritto una lettera al sindaco Dario Nardella e presentato un esposto a prefetto e questore raccontando che da anni non riescono più a dormire per colpa della movida e hanno paura. «È la terza volta che proviamo a sensibilizzare il sindaco, ma niente è cambiato» spiega Carlotta, professionista che vive in via Pandolfini. «La notte non si dorme e aprendo le finestre la mattina si è colti da un odore nauseabondo. Per strada poi, davanti alla discoteca “Dolce Zucchero” restano cocci di bottiglia vetro, bicchieri ancora pieni di alcolici, fazzoletti sporchi di sangue. Questa non è vita!». Da quella finestra ha visto di tutto: «Gente urlante prendersi a pugni, ragazzi crollare a terra anche alle sei del mattino. Siamo asserragliati in case insonorizzate, ma non basta: siamo condannati alla veglia forzata. Carabinieri e polizia intervengono, qualcuno finisce in cella, ma la sera successiva ricomincia tutto da capo».
Dopo l’approvazione del decreto sicurezza che attribuisce poteri più incisivi in materia di sicurezza ai sindaci, Carlotta e i residenti si aspettano la risposta decisiva da Palazzo Vecchio. «Torniamo a scrivere — si legge nella lettera al sindaco — perché non siamo solo tormentati dal rumore, ma costretti a vedere in strada situazioni che nulla hanno a che vedere con il lecito diritto allo svago ma sono espressioni di degrado».
Le scene di ragazzi che urlano si trascinano e si accasciano per terra si ripetono troppo spesso: si tratta di «comportamenti alterati, incontrollati, verosimilmente indotti da un abuso di alcol o di altre sostanze, spesso in orari nei quali la somministrazione di alcol è vietata per legge. E in questo contesto senza controllo assistiamo impotenti anche a risse e danneggiamenti».
Scene che si ripetono in tutto il centro storico. «Nell’arco di due settimane — ricorda Alessandro, da sempre in via Pandolfini — si sono verificate due feroci aggressioni per fortuna non mortali: in via Ghibellina un ragazzo albanese è stato accoltellato a pochi passi dall’assembramento di ragazzi e in via Fiesolana un uomo iracheno è stato massacrato di botte. Fin quando si potrà andare così avanti?».