Edilizia, rischio caos Dopo la Cassazione alt a decine di pratiche
La Cassazione: palazzi storici, la procedura semplificata non basta. Il Comune ferma decine di pratiche
A Firenze scoppia il caos edilizia, con decine di cantieri e investimenti immobiliari bloccati dal Comune. Sono le ricadute a catena della sentenza con cui la Cassazione, ha rinviato in Appello il processo sui lavori di trasformazione di Palazzo Tornabuoni in residenze di lusso.
A Firenze scoppia il caos edilizia, con decine di cantieri e ingenti investimenti immobiliari bloccati ancora prima di partire. Sono le conseguenze della sentenza con cui la Cassazione, nel settembre 2016, ha annullato il giudizio (disponendo un nuovo processo in Appello) sulla intricata vicenda dei lavori di trasformazione di Palazzo Tornabuoni in residenze di lusso, con la formula di una sorta di multiproprietà. Ad innescare l’impasse urbanistica a Firenze sono state però le motivazioni di questa sentenza, che stanno producendo effetti clamorosi negli uffici di Palazzo Vecchio e sconcerto tra architetti, ingegneri e geometri.
Uno dei principii enunciati dalla Suprema corte dice che «il cambio di destinazione d’uso di un immobile è sempre da qualificare, a prescindere dall’entità dei lavori, come ristrutturazione edilizia pesante, soggetta dunque a permesso di costruire e penalmente rilevante (sarebbe dunque un abuso edilizio, non sanabile) se fatta senza titolo», come ha scritto Toscana 24. Ma siccome lo strumento della «ristrutturazione edilizia pesante» non è previsto nel nuovo Regolamento urbanistico di Firenze in tutta l’area del centro storico e nella fascia intorno ai viali (la categoria massima di intervento consentita è il restauro e risanamento conservativo), la conseguenza che ne ha tratto il Comune di Firenze è di bloccare tutti i cambi di destinazione d’uso in quell’ampia area, proposti (come sempre avvenuto finora) attraverso la Scia, la segnalazione certificata d’inizio attività. In parole più semplici, dopo le motivazioni pubblicate dalla Cassazione, come azione cautelativa Palazzo Vecchio ha deciso per il momento di non accogliere le Scia in cui si richiedeva l’autorizzazione per partire con i cantieri per trasformare, ad esempio, uno stabile che ospita uffici in residenze o viceversa. Questo stop al cambio di destinazione vale per gli immobili storici o storicizzati.
Il blocco, in cui il Comune cita le motivazioni della sentenza della Cassazione, ha innescato dure proteste dei professionisti, che non sanno come spiegare ai propri clienti la paralisi di decine di progetti. Come uscirne? Il Comune potrebbe rivedere la classificazione del tessuto urbanistico contenuto nel Regolamento, in modo tale che venga ridotta la porzione di edifici soggetti al blocco. Ma è una strada non percorribile, perché troppo lunga e imboccabile solo dopo il nuovo giudizio in Appello sulla vicenda di Palazzo Tornabuoni, quindi con tempi biblici. L’unica strada è quindi la modifica della legislazione vigente in materia edilizia: in commissione alla Camera, su pressing dell’Anci, verrà analizzata a breve una proposta di legge. Ma, davanti al pronunciamento della Cassazione, siccome la paralisi fiorentina potrebbe ripercuotersi a livello nazionale, non è escluso che, vista l’urgenza e il rischio di un blocco edilizio generalizzato, il Governo decida di procedere con un decreto legge per accorciare i tempi.
«Effetti del blocco sugli interventi in corso? È ancora presto per dirlo — spiega l’assessore all’urbanistica di Firenze, Giovanni Bettarini — Serve cautela, ma stiamo facendo il possibile per risolvere questa situazione». «È un quadro grave — commenta Roberto Masini, presidente dell’Ordine degli Architetti — Anche perché, oltre al danno economico ed occupazionale, con il principio dei “volumi zero” viene negata l’unica possibilità di rigenerazione urbana di Firenze, sfruttando gli immobili esistenti ma variandone la funzione».
L’assessore Serve cautela, stiamo lavorando per risolvere l’impasse al più presto Gli architetti Così si ferma anche il recupero degli immobili grazie al cambio di destinazione