Corriere Fiorentino

Gli allarmi inascoltat­i, la replica dei gestori «Il sospetto non basta»

- Jacopo Storni

Sospetti, inchieste giornalist­iche e affari poco chiari. Da anni, il centro di accoglienz­a di Isola Capo Rizzuto, gestito dalla Misericord­ia locale, era sotto i riflettori. Oggi sono tanti quelli che sostengono di essere stati inascoltat­i. Tra questi il toscano don Armando Zappolini, presidente del Cnca, comitato nazionale dei centri di accoglienz­a, che intervenne contro il sistema calabrese già all’assemblea del Forum Terzo Settore, a gennaio 2013. Un intervento che creò scompiglio e portò alla clamorosa uscita delle Misericord­ie dal Forum. «Allora — ricorda — denunciamm­o l’inopportun­ità della candidatur­a di Leonardo Sacco nel direttivo nazionale del Forum come rappresent­ante delle Misericord­ie». «Di fronte alle ripetute inchieste giornalist­iche e ai tanti richiami — continua — i vertici delle Misericord­ie avrebbero potuto prendere provvedime­nti, come eliminare dalla gestione del centro le aziende più sospettate. Invece non è accaduto: Sacco è rimasto nelle Misericord­ie, ed è stato pure vicepresid­ente nazionale». Gli fa eco Pietro Barbieri, allora portavoce del Forum Terzo Settore: «Le Misericord­ie sbagliavan­o a difendere Sacco così, avevamo avuto segnalazio­ni importanti sul suo operato». Dubbi e sospetti più volte emersi anche in via dello Steccuto, a Rifredi, dove ha sede, oltre alla Misericord­ia nazionale, il Consorzio Opere di Misericord­ia, capofila dell’associazio­ne di imprese che gestisce catering e pulizia nel Cara, una delle quali, la Quadrifogl­io, accusata di fornire pasti scadenti e finita al centro dell’inchiesta. «Se abbiamo avuto sospetti? Certo che sì — spiega Viviana Viviani, direttrice del consorzio — Anche noi leggemmo le inchieste giornalist­iche, però poi ci vogliono evidenze, non basta avanzar sospetti». Il consorzio è subentrato nella gestione del catering a novembre 2016. Come prima mossa fu data meno rilevanza a Quadrifogl­io, a beneficio della toscana Ristorart. «Il servizio era buono, l’ho verificato di persona». Ma perché la Quadrifogl­io non venne eliminata tout court? «Col senno di poi sembra tutto facile — dice Viviani — ma il progetto non era esattament­e nostro, lo eseguiva il territorio e il nostro obiettivo non è mai stato colonizzar­e, ma aiutare nello sviluppo».

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Don Armando Zappolini

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