Gli allarmi inascoltati, la replica dei gestori «Il sospetto non basta»
Sospetti, inchieste giornalistiche e affari poco chiari. Da anni, il centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto, gestito dalla Misericordia locale, era sotto i riflettori. Oggi sono tanti quelli che sostengono di essere stati inascoltati. Tra questi il toscano don Armando Zappolini, presidente del Cnca, comitato nazionale dei centri di accoglienza, che intervenne contro il sistema calabrese già all’assemblea del Forum Terzo Settore, a gennaio 2013. Un intervento che creò scompiglio e portò alla clamorosa uscita delle Misericordie dal Forum. «Allora — ricorda — denunciammo l’inopportunità della candidatura di Leonardo Sacco nel direttivo nazionale del Forum come rappresentante delle Misericordie». «Di fronte alle ripetute inchieste giornalistiche e ai tanti richiami — continua — i vertici delle Misericordie avrebbero potuto prendere provvedimenti, come eliminare dalla gestione del centro le aziende più sospettate. Invece non è accaduto: Sacco è rimasto nelle Misericordie, ed è stato pure vicepresidente nazionale». Gli fa eco Pietro Barbieri, allora portavoce del Forum Terzo Settore: «Le Misericordie sbagliavano a difendere Sacco così, avevamo avuto segnalazioni importanti sul suo operato». Dubbi e sospetti più volte emersi anche in via dello Steccuto, a Rifredi, dove ha sede, oltre alla Misericordia nazionale, il Consorzio Opere di Misericordia, capofila dell’associazione di imprese che gestisce catering e pulizia nel Cara, una delle quali, la Quadrifoglio, accusata di fornire pasti scadenti e finita al centro dell’inchiesta. «Se abbiamo avuto sospetti? Certo che sì — spiega Viviana Viviani, direttrice del consorzio — Anche noi leggemmo le inchieste giornalistiche, però poi ci vogliono evidenze, non basta avanzar sospetti». Il consorzio è subentrato nella gestione del catering a novembre 2016. Come prima mossa fu data meno rilevanza a Quadrifoglio, a beneficio della toscana Ristorart. «Il servizio era buono, l’ho verificato di persona». Ma perché la Quadrifoglio non venne eliminata tout court? «Col senno di poi sembra tutto facile — dice Viviani — ma il progetto non era esattamente nostro, lo eseguiva il territorio e il nostro obiettivo non è mai stato colonizzare, ma aiutare nello sviluppo».