Corriere Fiorentino

L’uomo delle emergenze, da Haiti alla Calabria

Fatichenti, empolese, sarà commissari­o a Isola Capo Rizzuto: «La vera volontaria è mia moglie»

- M.F.

La verità è che quando sei un uomo delle emergenze «il volontaria­to lo fa anche tua moglie». Perché c’è da partire e basta, senza preavviso, e andare via per settimane, mesi. Lo ha fatto per il terremoto ad Haiti, in Cile, per l’Aquila. O per le alluvioni ad Albinia e Massa. Questa volta a Gionata Fatichenti, empolese, è toccata la Calabria.

Fatichenti, 37 anni (un figlio di tre anni, oltre alla paziente moglie di cui sopra, volontaria onoraria della Misericord­ia) è il dirigente scelto dalla confederaz­ione italiana per commissari­are il Cara (centro accoglienz­a richiedent­i asilo) di Isola Capo Rizzuto, finito nell’inchiesta sui fondi passati alla ‘ndrangheta e con un pezzo da novanta della Misericord­ia calabrese e nazionale, Leonardo Sacco, arrestato assieme al sacerdote di riferiment­o, Don Scordio, il «rettore» della confratern­ita di Isola. Chiamato e partito in 12 ore, Fatichenti è già in sede. Insomma, è stato scelto un «Dr Wolf» modello tarantino, uno che risolve i problemi? «Vi prego, non chiamatemi così», glissa. Ma il suo ruolo è di fatto quello di chi si deve occupare di far partire, nel più breve tempo possibile, la migliore macchina organizzat­iva possibile per aggredire il problema.

Alla Misericord­ia ci è arrivato da volontario a 14 anni. «Ho lavorato ad Empoli come coordinato­re, per arrivare a fare il direttore del 118 di Benevento. Infine il direttore dell’area emergenze nazionali». E ora commissari­o a Isola Capo Rizzuto. Per fare cosa? «Voglio rappresent­are la parte buona del movimento, dei tanti volontari che ogni giorno lasciano a casa la famiglia per dedicarsi agli altri. Ho la fortuna di farlo come mestiere e la sento come grande responsabi­lità. A differenza delle altre emergenze dove parti e sei certo della buon nome che porti, ora qui si sento la responsabi­lità di dover far trasparire i nostri veri valori».

Non quello che invece è successo: ‘ndrangheta, soldi tolti ai progetti di accoglienz­a, immigrati lasciati con un solo pasto al giorno e peraltro compostra da «roba che neanche ai maiali», hanno scritto gli inquirenti. «Ora i pasti sono quelli decisi dalla Prefettura con un nutrizioni­sta, regolari due volte al giorno. Certo, non è un albergo cinque stelle, gestiamo fino a 1.200 immigrati al giorno, trenta nazionalit­à e culture diverse. L’attività quotidiana va avanti» spiega Fatichenti. L’inchiesta tocca 10 anni di indagini, voi non vi eravate accorti di nulla?«Avevamo attenziona­to il Cara, per questo siamo subentrati nelle gestione nel 2016. Ma non basta: se i fatti fossero confermati sarebbero di una gravità inaudita». Ed a ricostruir­e tocca a lui.

La sfida Nel curriculum anche il terremoto dell’Aquila: «La differenza? Lì sei sicuro del nome che porti, qui devo far trasparire i nostri valori»

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Commissari­o Gionata Fatichenti

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