«Il paradosso del Forte: chi investe poi paga di più»
Il titolare del Bagno Piero: ho ampliato i servizi e mi sono ritrovato il canone raddoppiato
Briatore e i nuovi arrivati? Chi spreme la Versilia come un’arancia per il profitto sbaglia di grosso
Il Bagno Piero, icona della tradizione balneare locale e buen retiro nel corso del tempo di decine di nomi illustri dell’industria e della nobiltà italiana fra cui — rimanendo ai giorni nostri — Massimo Moratti, ha il primato a Forte dei Marmi del prezzo più alto da pagare in termini di concessioni demaniali: poco più di 46 mila euro in totale. Roberto Santini è il suo titolare.
Dica la verità, lo ritiene un costo giusto?
«Non c’è dubbio — risponde Santini — che la cifra sia bassa, se presa a sé e isolata. Se invece guardiamo ad altri aspetti, come il regime fiscale a cui siamo sottoposti rispetto ai concorrenti di altri Paesi europei o ad altre categorie commerciali italiane, la valutazione cambia e assume un altro peso. Posso aggiungere un’altra cosa?» Prego. «A Forte dei Marmi ci sono solo 3 bagni che pagano concessioni demaniali sotto la dicitura di alta valenza turistica. Uno di questi è il mio. Questo è il premio per aver fatto investimenti in cerca di una qualità dei servizi sempre migliore per i nostri clienti: il raddoppio del costo di concessione. A me non sembra giusto: non che intenda negare la valenza turistica del Forte, ma proprio per questa ragione ritengo che per tutti dovrebbero valere le stesse regole».
Cosa pensa dei tanti imprenditori giunti in Versilia in cerca di fortuna nel settore balneare, a cominciare da Flavio Briatore?
«Massimo rispetto per loro, ma come disse il direttore del Washington Post al presidente americano Nixon, noi c’eravamo prima e ci saremo anche dopo. Il profitto non può venire prima di tutto: chi pensa di poter spremere la Versilia e il Forte come un’arancia in nome del denaro, sbaglia di grosso».
Turisti italiani o russi: da che parte sta?
«La nostra è una clientela scelta accuratamente e che ci piace fidelizzare nel tempo. L’80 per cento delle 150 famiglie che accogliamo a pieno regime è italiana. La restante percentuale è straniera, ma con una regola ben precisa: non più di 3 famiglie provenienti dallo stesso Paese. Quando esplose il boom del turismo russo dicemmo di no, poi abbiamo rivisto in parte la nostra politica. Ma lo zoccolo duro era e deve restare italiano».
Quanto costa da voi una tenda?
«Il prezzo è di 120 euro al giorno. Può sembrare alto, ma stiamo parlando di una cifra che racchiude un intero pacchetto di servizi, dalla piscina fino alle navette che portano a casa le persone nel corso della giornata, nel caso magari abbiano dimenticato qualche oggetto o per altre esigenze. Da noi lavorano 60 persone, 3 delle quali controllano ogni momento della giornata la gente che fa il bagno in mare e altre 3 monitorano la piscina stessa. I nostri clienti ci affidano i loro figli e vogliamo che tutti gli ospiti possano divertirsi e riposarsi in piena sicurezza e relax».