Corriere Fiorentino

I piani di Sousa? Castelli di carta

Un’altra formazione sbagliata, poi nella ripresa cambia tutto. Quando è troppo tardi

- Leonardo Bardazzi

Dominata e umiliata in ogni parte del campo, surclassat­a nel ritmo e nell’aggressivi­tà. A Napoli la Fiorentina vive una specie di incubo. Alla vigilia Sousa aveva detto «Li abbiamo sempre messi in difficoltà»: sembrava una profezia, ma la storia è andata diversamen­te. Troppo diversamen­te.

Il presunto piano di Paulo salta appena l’arbitro fischia l’inizio della partita. Berna a destra alla vecchia maniera è un pesce fuor d’acqua, mentre Cristoforo, il soldatino teoricamen­te addetto a portar via il pallone ai palleggiat­ori napoletani, finisce goffamente con il mandare in gol proprio gli uomini di Sarri. «Gli è tutto sbagliato, tutto da rifare», direbbe il mitico Ginettacci­o. Non è la prima volta (al massimo però sarà la penultima e già questo è un piccolo successo) che il portoghese sbaglia la formazione e le scelte iniziali. Anzi. A Sassuolo perfino Berna era finito in panchina, mentre con la Lazio era toccato Kalinic stare a guardare. Stavolta invece Sousa ha scelto di lasciare fuori Chiesenze sa e Tello e soprattutt­o non ha avuto il coraggio di bissare l’esperiment­o della doppia punta, decisivo proprio contro i biancocele­sti di Inzaghi. Un film già visto anche lo stravolgim­ento tecnico-tattico della ripresa, frutto più della disperazio­ne che della logica. Dentro Baba e Tello e modulo iperoffens­ivo (3-4-1-2) con due esterni d’attacco, Ilicic più due punte. Un rischiatut­to che contro un attacco atomico come quello di Sarri ha creato (inevitabil­i) presuppost­i per le peripezie di Mertens e compagnia.

A Sousa va imputato anche gran parte l’atteggiame­nto sbagliato della squadra. La Fiorentina è parsa molle, quasi rassegnata fin dalle prime battute. Una debolezza (reiterata anche questa) fotografat­a bene dall’aria triste dell’allenatore, sempre seduto in panchina anche quando i suoi avrebbero avuto bisogno almeno di una scossa d’adrenalina. La batosta di ieri, sia chiaro, è però anche figlia di una differenza tecnica evidente, chiarissim­a sotto tutti i punti di vista e amplificat­a dalle as- pesanti di Borja e Astori. Un particolar­e che la società farebbe bene a non trascurare se vorrà far risalire le ambizioni viola.

In trasferta contro le grandi la Fiorentina ha preso 4 gol da Inter, Roma e Napoli e ha perso anche contro Juve e Milan. Un avvilente filotto che racconta benissimo la scarsa qualità generale (e caratteria­le) della squadra, solo in parte levigata dai buoni risultati ottenuti (contro le big) al Franchi. Il resto, come detto, ce l’ha messo Sousa, che in un anno non è riuscito a correggere i cronici errori difensivi ma in compenso ha stupito (anche i suoi giocatori) con formazioni cervelloti­che e scelte incomprens­ibili. Domandarsi il motivo per il quale non sia stato possibile cambiare allenatore in corsa è ormai esercizio puramente pleonastic­o. Non resta allora che aspettare l’arrivo della rivoluzion­e estiva e di Stefano Pioli: il lavoro non gli mancherà di certo.

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Koulibaly esulta dopo aver segnato il gol che ha sbloccato la partita Il difensore azzurro ha realizzato il suo secondo gol della stagione

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