Corriere Fiorentino

Raffaello, Tiziano e Rubens Platea di capolavori per la sfilata di Gucci

Lunedì la maison sfila tra i capolavori della Galleria Palatina di Palazzo Pitti Viaggio tra le Sale dei Pianeti per riscoprire storie, personaggi e gusti raffinatis­simi

- di Chiara Dino

Dalla sala dell’Iliade a quella delle Nicchie è un’infilata di stanze tra le più importanti al mondo se si parla di patrimonio museale. È qui che lunedì sfilerà Gucci, tra Raffaello e Bronzino, Tiziano e Andrea del Sarto, Rubens e Van Dick sino alla bella del Canova: una collezione di capolavori dentro a dei contenitor­i — le sale appunto — altrettant­o importanti. Che abbiamo voluto visitare insieme con Matteo Ceriana, responsabi­le della Galleria Palatina: perché la sfilata passa e Palazzo Pitti resta e l’evento può essere occasione per conoscere un pezzo della nostra storia e bellezza.

Sala dell’Iliade. «È la più recente — ci spiega Ceriana — Fu realizzata dai Lorena nell’800 che ne commission­arono gli affreschi a Luigi Sabatelli. È come un testo scolastico del collezioni­smo del tempo con capolavori assoluti del Rinascimen­to». Ci sono quadri acquistati altri tolti dalle chiese. Come la Madonna in trono e Santi di Rosso Fiorentino un tempo a Santo Spirito che guarda la statua della Carità educatrice di Bartolini «così bella già in fattura, da aver cambiato destinazio­ne prima che fosse finita. Da Poggio a Caiano a Palazzo Pitti». Non fermatevi solo sulla quadreria — ci sono le due belle Assunte di Andrea del Sarto, la Gravida di Raffaello, il Filippo II di Tiziano— «ai quattro lati della sala altrettant­i vasi in marmo nero — aggiunge la nostra guida — mostrano la magnificen­za delle manifattur­e fiorenti- ne». Da qui inizia la sequenza delle Sale dei Pianeti, dipinte da Pietro da Cortona. Una per ogni pianeta conosciuto a significar­e l’influenza che ciascuno di essi aveva sull’indole del principe.

Sala di Saturno. Riservata alle udienze segrete del Granduca e rappresent­ativa della saggezza raggiunta è stordente. «Solo qui dentro ci sono sette opere di Raffaello», ci fa notare Ceriana. È qui la splendida Madonna della Seggiola (notate il copricapo e la sciarpa della Madonna con tessuti orientaleg­gianti), ma ci sono pure la coppia di Agnolo e Maddalena Doni, la Madonna

 Matteo Ceriana Solo negli spazi riservati alle udienze segrete del Granduca ci sono sette opere del maestro di Urbino È qui la Madonna della Seggiola

del baldacchin­o e La Visione di Ezechiele con Cristo che sembra Giove. E anche un bellissimo Compianto sul Cristo Morto del Perugino.

Sala di Giove. È quella della piena maturità e del trono: due opere per tutte. Il Ritratto di Tommaso Inghirami e quello del Cardinal Dovizi, ancora di Raffaello come la Velata con il suo bellissimo abito, il capo coperto come una Madonna ma con un lezioso pendente gioiello che scende dal velo. Il quadro è come incastonat­o in una cornice originale del Foggini. «Molte di queste opere sono contenute in queste cornici gioiello — dice Ceriana — che poi ci indirizza a soffermarc­i sull’ultimo quadro (in fondo a destra) di questa sala. Sono le Tre età dell’uomo di Giorgione: un giovinetto, al centro, un adulto a destra e un vecchio. A legarli uno spartito musicale nelle mani del fanciullo.

Sala di Marte. Dedicata al dio guerriero, allude al coraggio dei Medici. «Qui trova espression­e — aggiunge Ceriana — il gusto per l’arte nordica della casata Medici. Sulla parete destra (rispetto alla finestra) ecco il Cardinale Bentivogli­o di Van Dick. Ma da non perdere sono I quattro filosofi e I disastri della guerra di Rubens.

Sala di Apollo. Rimanda alla giovinezza studiosa del principe: il Ritratto Virile di Tiziano è un capolavoro assoluto, con la presa della mano sul guanto, l’incarnato perfetto e i profondi occhi azzurri. Fermatevi a guardare il tavolo in pietre dure nella parete di fronte alla finestra. È di fattura raffinatis­sima.

Sala della Venere. Celebra la giovinezza del principe: al suo centro la Venere commission­ata al Canova per la Tribuna degli Uffizi prima che l’altra Venere, quella dei Medici, tornasse da Parigi dove l’aveva voluta Napoleone e poi finita qui, accanto a quell’altra Bella, quella del Tiziano, magnifica nella sua veste blu ed elegante.

Sala delle Nicchie. «Contiene la prima collezione statuaria dei Medici e ha una caratteris­tica speciale — conclude Ceriana — qui dentro l’acustica è ottima».

 La Sala dell’Iliade, da cui si parte, è la più recente È come un testo scolastico con i capolavori del Rinascimen­to Anche i vasi mostrano la magnificen­za delle manifattur­e fiorentine

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La Sala di Saturno con vista delle altre sale e in evidenza la «Madonna della Seggiola» di Raffaello (foto: Niccolò Cambi/Sestini)
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La Sala della Venere e a destra un altro capolavoro di Raffaello: «La Velata»
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