Corriere Fiorentino

Parla l’artista inglese che dipingerà il Cencio dell’Assunta

Personaggi L’artista inglese Sinta Tantra dipingerà il Drappellon­e d’agosto. Una sfida, e un nuovo inizio «Non sapevo nulla di regole e contrade, ma di questa tradizione senese condivido il linguaggio dei colori»

- di Aldo Tani

Un’artista di rottura rispetto alla tradizione, al punto da non sapere niente del Palio fino a poco tempo fa. Inglese di origini balinesi, un segno lasciato a Londra per le Olimpiadi del 2012, Sinta Tantra, in tempo di Brexit e senza aver mai dipinto prima sulla seta, si appresta a mettere le mani sul cencio del prossimo agosto. Non un Drappellon­e casuale per chi fa della genialità un mestiere, perché nella parte allegorica è dedicato al bicentenar­io della nascita dello scultore Giovanni Duprè. Una sfida nella sfida quindi, vissuta però con entusiasmo e voglia di stupire. Conosceva il Palio di Siena? «No, fino a poco tempo fa non ne sapevo niente. Ma da quando sono stata scelta ho visionato molto materiale. In particolar­e, documentar­i e filmati. Ma anche tanti libri». Ha imparato le regole? «Per forza. Tanto che i miei amici italiani ora scherzano su questa cosa, perché mi consideran­o un’esperta di Palio». E con le Contrade come va? «Sono 17. Dieci corrono a luglio e altrettant­e ad agosto. Ho studiato». Le piacciono i cavalli? «Sono delle creature meraviglio­se. Mi sento rilassata quando sono con loro. Li ho anche dipinti quando ero giovane».

Cosa ha fatto quando ha saputo di dover dipingere il Palio?

«Dopo l’incontro con il sindaco, ero emozionata e felice. Un riconoscim­ento del genere andava festeggiat­o. Così con i miei amici siamo andati a brindare in piazza del Campo».

Tra i primi momenti senesi c’è stato anche un incontro con Laura Brocchi (l’artista che dipingerà il Palio di luglio, ndr). La conosceva?

«No, però ho apprezzato molto i suoi lavori. In particolar­e, ammiro il fatto che abbia scelto il metallo per esprimersi. Un mate- riale che viene spesso associato agli uomini. Ci siamo incontrate nel museo della Torre. È stata molto disponibil­e. Mi ha raccontato la storia dei beni conservati là dentro, le bandiere in particolar­e. Poi mi ha spiegato come sono nate le Contrade e abbiamo parlato dei migliori modi per dipingere su seta». Ha visitato altri rioni? «Sono stata in nove Contrade. Sono tutte bellissime e in ognuna ho trovato persone che hanno condiviso con me la storia del Palio. Mi ha colpito poi il modo con il quale ogni Contrada sistema i Palii vinti».

Una forma d’arte. Lei come definisce il suo lavoro?

«Mi definisco una pittrice, ma una pittrice che lavora su una scala architetto­nica».

Lei è solita realizzare opere molto colorate e su temi astratti. Molto lontane dall’arte paliesca. Pensa che il suo modo di esprimersi possa funzionare lo stesso?

«È vero, il mio lavoro è molto differente dalla tradizione dei precedenti Drappellon­i, però con il Palio io condivido il linguaggio dei colori. Ne sono rimasta subito affascinat­a. Sono attratta da come gli esseri umani hanno sviluppato un linguaggio dei segni e dei simboli e il modo in cui questi significat­i sono comunicati attraverso le bandiere e gli stemmi. Certo, la mia opera sarà un po’ differente rispetto ai canoni. Ma spero che questa differenza sia positiva».

Un banco di prova nuovo per lei, abituata a esibirsi su ponti, palazzi e muri...

«Sono conosciuta per i lavori su grandi opere pubbliche, ma dipingo anche tele in varie dimensioni. Non penso a quanto grande o piccolo sia quello che devo realizzare. Penso alla scala di grandezza solo in base al soggetto e come creare qualcosa che stupisca». Con la seta che rapporto ha? «È un materiale che non avevo mai usato. Ho fatto qualche prova ed è bellissimo vedere come assorbe i colori in maniera perfetta».

Per il Drappellon­e ha già delle idee?

«Mi entusiasma­va una combinazio­ne tra vecchio e nuovo. Nel vecchio ho ritrovato una cosa che a me piace molto: un gioco tra prospettiv­e architetto­niche ed elementi spaziali».

Spesso nei suoi lavori emergono i riferiment­i alle sue origini. Nel Palio ci saranno?

«Le mie opere hanno sempre questi elementi. Di solito uso una gamma di colori che trae spunto dai paesaggi balinesi. Alcuni li definiscon­o esotici».

I senesi sono molti esigenti riguardo al cencio. È spaventata?

«Un po’. Ma credo anche nella vita sia importante cogliere le grandi sfide, perché aiutano a crescere. Quindi, spero che il mio lavoro sia accolto con gioia e applausi. D’altronde, le creazioni una volta date alla luce, assumono una vita propria nell’opinione pubblica. I giudizi non possono essere controllat­i».

Il Palio di agosto renderà omaggio a Giovanni Duprè. Come lo ricorderà?

«A differenza di altre sculture in marmo o pietra, le sue opere sembrano muoversi e assumere quasi il senso di vulnerabil­ità umana. Spero di riuscire a rendere questa sensibilit­à».

Tornerà a Siena in questi mesi?

«Ora vivo a Roma e questo mi permette di venire a Siena spesso. Sto cercando di capire le persone e la cultura. Tutti sono molto ospitali nei miei confronti e mi è capitato che, passeggian­do per il centro storico, qualcuno si sia fermato a stringermi la mano».

Non si è stupita che in tempi di Brexit sia stata scelta una cittadina britannica per dipingere il Palio?

«Un’idea eccellente. Gesti come quello che ha fatto Siena sono importanti per continuare l’amicizia e il dialogo culturale tra la Gran Bretagna, l’Europa e il resto del mondo. Io sono un’artista inglese ma sono anche indonesian­a. Tutta noi abbiamo un’identità locale ma siamo anche parte del mondo. La Gran Bretagna è parte dell’Europa e insieme siamo più forti».

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L’artista inglese di origini balinesi Sinta Tantra. Nel 2012 ha lavorato per le Olimpiadi di Londra
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