SPALLETTE E SPALLUCCE
Le dimensioni del ponte a Santa Trinita e l’altezza delle sue spallette sono rimaste le stesse da quasi mezzo millennio. Nel frattempo la statura media degli italiani è cresciuta, arrivando a un metro e 75 per i maschi, uno e 62 per le donne. Ma basta questo incremento a spiegarci il motivo per cui esigenze di sicurezza hanno imposto di deturpare il ponte con antiestetici e oltre tutto inutili sbarramenti? Perché, per cautelarsi da responsabilità giudiziarie, i pubblici amministratori sono costretti a segnalare pericoli da cui un tempo si dava per scontato che turisti e cittadini fossero in grado di guardarsi da soli?
La risposta più facile è la più irriverente: si è alzata la statura, è calata l’intelligenza. Ma la spiegazione è più complessa. Le generazioni che si sono formate fino agli anni ‘60 e dintorni hanno conosciuto quella che è stata bollata come l’educazione repressiva, volta spesso più a instillare dei complessi che a promuovere la spontaneità. Al bambino, e poi all’adolescente, il mondo veniva presentato più come un insieme di trappole cui sottrarsi che come una realtà meravigliosa da scoprire. Tutto questo era fonte di inibizioni, ma almeno faceva crescere persone consapevoli che esistono delle regole. Anch’esse naturalmente potevano violare i divieti espliciti o impliciti, ma quando lo facevano erano consapevoli di trasgredire, non persuasi di esercitare un diritto e fare spallucce a qualsiasi richiamo. Questa ineducazione di massa, per altro, non è un fenomeno solo italiano: a salire sulle spallette non sono solo i nostri teen agers.
È onesto aggiungere che a ispirare certi comportamenti Firenze ci mette del suo. Evirato delle sue principali funzioni amministrative, economiche, didattiche, abbandonato dalla maggior parte dei residenti, pedonalizzato e «trasteverizzato», sino a diventare un mangificio all’aperto con i tavolini che invadono strade e piazze, il centro della città può apparire una Disneyland dove si entra senza biglietto. Ma Disneyland comprende anche Adventureland, luogo magico in cui è lecito nuotare in una fontana o sfidare la sorte saltando le spallette di un ponte: e non importa se questo ponte non è di cartapesta, ma può raccontare quasi mezzo millennio di storia. Se poi succede qualcosa, a pagare sarà il sindaco, che non ha saputo prevedere tutto. Tanto ormai abbiamo fatto dilagare un convincimento: che la colpa non sia mai dell’individuo, ma sempre e solo della società.