«Un Nazareno bis senza Verdini Che salto indietro»
Massimo Parisi: ha vinto Silvio, nessun potrà più darci dei traditori
Nella tarda mattina di ieri il Pd ha incontrato per le «consultazioni» sulla legge elettorale anche il gruppo di Ala. E Massimo Parisi spiega perché per i verdiniani usciti da Forza Italia la soluzione che si profila è un errore. Onorevole, allora l’accordo sulla legge c’è?
«Purtroppo sì. Un accordo tra Pd, Forza Italia, M5S è oggettivamente un fatto così rilevante e forte che sicuramente avremo un rapido approdo in aula della legge, una rapida approvazione e poi le elezioni anticipate». Perché purtroppo?
«È una legge sbagliata, in sostanza proporzionale anche se non si conoscono ancora i dettaglia della norma. Una legge di cui il Paese non ha bisogno. La proposta da noi presentata — io sono il primo firmatario — era una mediazione avanzata, con la metà dei seggi assegnati con collegio uninominale, l’altro 50% con il proporzionale e soglia al 3%. Lo abbiamo detto anche al Pd, la questione non è lo zero virgola, la soglia del 5% può anche andare bene, così come votare in autunno, ma col sistema proporzionale si rimette l’orologio della politica e della governabilità indietro di 25 anni. Noi invece continuiamo a volere una legge grazie alla quale appena finito lo spoglio si sa chi governa».
Voi avete lasciato FI per difendere il primo Patto del Nazareno, ma il secondo Nazareno rischia di lasciarvi fuori... E Berlusconi ha vinto anche questa volta, senza di voi.
«Il Nazareno bis è segno che avevamo ragione noi ed è normale che vinca Silvio, lui è un genio della politica. E con questa legge sarà inevitabile un governo di coalizione PdFI: sarà più difficile allora per tutti chiamarci traditori».
Renzi è più debole per questa scelta?
«Non direi. Anzi è lui che rivendica di andare al voto. Semmai sarà più lunga la formazione di un governo».
E Verdini che fa? Con il governo Gentiloni è sparito dai radar?
«Come gruppi Ala abbiamo continuato l’attività parlamentare esattamente come prima. Con il governo nuovo è diminuita la centralità di Renzi e anche nostra che venivamo attaccati per il nostro sostegno indiretto al governo e perché sostenevamo le riforme».
Ma che farete adesso? Anche per voi sembrano inevitabili alleanze dato lo sbarramento al 5% previsto dalla
nuova legge.
«Vediamo la legge elettorale e poi come gruppi ci riuniremo e decideremo. O c’è una aggregazione di moderati, liberali e riformisti, che ci convince e di cui condividiamo obiettivi e programma, o si può fare anche altro nella vita che non la politica. È indubbio che il sistema tedesco lascia spazio alle ali estreme e meno al centro». Ed andare nelle liste Pd?
«Non esiste. Anche perché con questa legge non hanno senso le coalizioni prima del voto, anzi ognuno farà campagna elettorale per sé, dicendo di tutto, tranne poi fare un governo di larghe intese. Temo sarà una campagna elettorale tutta a favore di Grillo che potrà gridare contro il governo rosso e azzurro, un governo che per noi non è certo uno scandalo». Votare in autunno è inevitabile?
«Politicamente la legislatura è morta il 4 dicembre, con il referendum. Poi serviva una nuova legge elettorale: una volta che questa legge c’è è giusto dare la parola agli elettori. Spero solo che non si fermi la spinta riformatrice».
Cosa faremo? O un cartello di moderati e liberali, oppure smetteremo di fare politica: nella vita c’è anche altro