Panini, pizza e cous cous Sulle strade dell’unto
Via dei Neri, il Duomo, Santo Spirito: ogni piazza è un buffet
Ore 12,15, panchine lato nord di Santa Maria del Fiore: 18 panini, 9 birre, 5 vaschette assortite tra riso, cous-cous e insalate. Oltre la ventina il numero dei gelati, in aumento esponenziale nelle due ore successive. Lato Battistero invece, pizza da asporto batte prosciutto 5 a 3. Ogni panchina ha la sua bella cartaccia unta di olio a corredo. Ore 12,30, via Cimatori: complice il successo de I Fratellini, il marciapiede è una pista da slalom gigante. Al posto delle bandierine un torpedone di turisti, sedere a terra, panino in bocca. Mai meno di dieci alla volta. Ore 12,30 in via del Corso: di fronte alla chiesa di Santa Margherita la routine della pizzetta pret-aportér è messa in discussione dall’apparizione dei primi piattini di plastica, sia sugli scalini della chiesa che sulla prosecuzione della strada. In San Firenze la tavola è finalmente apparecchiata: sugli scalini dell’ex Tribunale una maestra ha fatto accomodare una scolaresca, trenta bambini e trenta panini. Alle 13 di fronte alla chiesa sono rappresentati 4 continenti di mangiatori da strada: giapponesi, americani, nordafricani e anche fiorentini. San Firenze ha il primato in questa speciale classifica delle mangiatoie del centro storico. Segue a un passo Santa Croce, dove alle 13,30 la controfigura di Tom Hanks in versione naufrago di Cast Away consuma il suo pasto praticamente nudo ai piedi del Dante, accompagnato da 4 ragazzi francesi che hanno deciso di apparecchiarsi il pranzo con la schiena appoggiata al portone della basilica e lo sguardo perso verso le tribune del Calcio Storico. E poi c’è via dei Neri, vero centro nevralgico della cultura del pic-nic sul marciapiede: si conta una media di soli tre passi tra una persona e l’altra sedute dall’angolo con piazza del Grano all’incrocio con via Setti. La mensa a cielo aperto è aperta anche agli Uffizi, si banchetta ai piedi del Perseo e all’angolo di via Lambertesca, in via del Proconsolo e in via de’ Benci. Sono appena le 14 e l’ora di pranzo non è ancora finita.
Passato l’Arno, l’apparecchiatura prosegue. Sono le 13 quando in Santo Spirito i primi commensali cominciano il banchetto: i ragazzi di una scolaresca si buttano a terra, appena dietro la statua di Cosimo Ridolfi, e pranzano. Poco più avanti, intorno alla fontana, turisti americani lasciano a testimonianza del loro passaggio rifiuti assortiti: bottiglie di plastica vuote, cartacce, bocconi avanzati che alimentano la contesa tra famelici piccioni. Alle 13,30, nonostante l’afa, in molti decidono di sistemarsi sul sagrato della basilica: cartoni di pizza, coltelli e forchette. L’ultima grande opera di Brunelleschi si trasforma così in trattoria panoramica, mentre anche i marciapiedi che delineano le aiuole della piazza vengono presi d’assalto. Gran buffet anche in piazza Pitti dove, con la schiena appoggiata all’omonimo palazzo, decine di turisti — con gli immancabili piedi nudi — si godono un momento di relax mentre azzannano schiacciatine. Pure sulle scalinate di Santa Maria del Carmine, oggi zona poco trafficata, si trovano un paio di ragazze — stavolta però i torpedoni non c’entrano, queste sono liceali autoctone — alle prese con un leggero pranzo al sacco. A differenza della gran parte dei turisti, pare che loro tengano almeno alla linea.