Corriere Fiorentino

Con le pesche o senza E il vino diventa gelato

REPORTAGE BOLGHERI

- di Divina Vitale

BOLGHERI (LIVORNO) Il gelato anche da queste parti ha una lunga tradizione, meno nota rispetto al vino, ma che comunque merita di essere raccontata. Non tutti sanno infatti che all’interno del paese, negli anni ‘60, esisteva una latteria che produceva il gelato. Lo testimonia­no alcuni documenti ritrovati nell’archivio di famiglia dei della Gherardesc­a. Uno degli ingredient­i principali come il latte proveniva dagli allevament­i di mucche, mentre la frutta dai numerosi frutteti che coloravano il territorio.

Oggi esistono a Bolgheri laboratori molto più all’avanguardi­a ma sempre artigianal­i, che cercano di recuperare le ricette del passato e le tradizioni contadine. Negli ultimi anni poi c’è stato il boom del gusto al vino, proprio perché il gelato sposa l’eccellenza del territorio. Oltre alle gelaterie, ci sono anche ristoranti che studiano e propongono piatti al gelato, col vino come ingredient­e principale o in abbinament­o. La storia del gelato bolgherese ha spinto Carlo Martelli, figlio dei proprietar­i di una parte del Castello di Bolgheri e gelataio a Firenze, (con «La Latteria di Bolgheri» che recupera il nome antico), a dar vita ad un festival, in programma dal 1° al 4 giugno. Si tratta di Bolgheri gelato, un evento creato assieme al mastro gelataio Vetulio Bondi, all’imprendito­re Bruno Chiavacci e in collaboraz­ione con l’associazio­ne Giacomo onlus. «Bolgheri — spiega Martelli — è un piccolo borgo risalente circa all’anno 1000. Ha preso i connotati di una vera e propria fattoria autosuffic­iente fin dal XVII secolo, quando è iniziata l’impresa agricola, con bonifiche alle opere idrauliche che dettero una grande spinta all’economia rurale. Le operazioni di trasformaz­ione dei prodotti, nelle epoche successive, vennero effettuate all’interno del castello, coinvolgen­do il frantoio, la cantina, il mulino e appunto una prima forma di latteria dove si produceva il gelato, ma di cui purtroppo non sono rimaste molte notizie. Da quei tempi ad oggi molte cose sono cambiate ma non la proprietà di buona parte del paese e delle terre circostant­i, che restano degli eredi dei Conti della Gherardesc­a di cui anche io faccio parte».

È possibile gustare un gelato pesche e vermentino al Caffè della Posta. «Bolgheri è sinonimo di fertilità e abbondanza — spiega Ludovica Pepé — e il nostro gelato si crea in simbiosi con i prodotti della terra, nel momento per loro ottimale, cioè a completa maturazion­e. Come le pesche, in questo periodo, sposate al bianco autoctono di Bolgheri. L’importante è rispettare la tradizione nella preparazio­ne, sbucciando tutte le pesche, molto mature, a mano. Poi si frullano e si aggiunge il vermentino. Insieme agli altri è un gusto molto apprezzato e richiesto». Si sperimenta­no anche sorbetti più elaborati e prestigios­i come quelli fatti coi grandi rossi del territorio, oppure i rosé. «La mia prima ricetta al vino — spiega Vetulio Bondi — risale al 1983. Nella preparazio­ne è mia prerogativ­a gelare il vino anche se, alle basse temperatur­e, si perdono alcune caratteris­tiche gusto olfattive che però, una volta concluso il preparato, si riscoprono. Al momento in cui si degusta, basta far sciogliere il gelato leggerment­e in bocca per ritrovare i sapori e la parte tannica». Gelato al vino anche all’Osteria San Guido. Qui lo chef Lorenzo Fabbri può servire sorbetti al vino a fine pasto o un originale gelato al foie gras come entrata di una cena importante, accompagna­ta, magari, da un Sassicaia 2004, come lui suggerisce. «La Scaloppa di fegato grasso con mele caramellat­e e gelato al fegato è uno dei piatti ai quali sono più legato — racconta — la chiave di riuscita del piatto sta nei contrasti: la texture del fegato con la croccantez­za del pan brioche, il caldo della mela con il freddo del gelato, il dolce piccante della mostarda di frutta con i cristalli di fior di sale, e di nuovo l’aspro dei lamponi disidratat­i e del balsamico, contro la regale untuosità del fegato d’anatra».

Anche a Marina di Bibbona, a pochi passi da Bolgheri, in estate invasa dai turisti, è molto ricercato il gelato al vino. «Noi lo facciamo sia rosso che bianco — spiega Kathleen Marie Hoback dell’Ice palace — solitament­e per quello bianco aggiungiam­o più zucchero. Mentre nel rosso meno, per esaltarne di più le caratteris­tiche originarie».

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 ??  ?? Ludovica Pepè (Caffè della Posta)
Ludovica Pepè (Caffè della Posta)
 ??  ?? Lorenzo Fabbri (Osteria San Guido)
Lorenzo Fabbri (Osteria San Guido)

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