Corriere Fiorentino

Semplici, da Figline alla A «Io il nuovo Sarri? Magari»

Premiato a Tavarnelle: la mia Spal al Franchi, un sogno

- Leo.B.

Le domeniche in campagna, l’odore di brace, le passeggiat­e nel bosco e i pomeriggi a veder giocare lo zio. «Che meraviglia quei tempi, vivevamo a Firenze ma salivamo a San Donato in Poggio quasi ogni fine settimana. Io mi divertivo, giocavo a calcio e pedalavo in bici. Ma la cosa che più mi piaceva era veder giocare mio zio, con la maglia del mitico San Donato».

Leonardo è Semplici di nome e di fatto. Come l’altro toscanacci­o Maurizio Sarri viene dalla campagna, ama le cose genuine e per sfondare ha dovuto fare la gavetta. Quella vera, tra i campi polverosi dei dilettanti e la trafila (anche in viola) nel settore giovanile. L’uomo che ha firmato l’impresa della Spal però, oggi è un allenatore sulla bocca di tutti. E un po’ come Sarri incassa compliment­i e riceve premi in serie. L’ultimo in ordine di tempo gli è stato consegnato ieri sera dal Comune di Tavarnelle Val di Pesa, la terra di suo padre Antonio (che tutti però hanno sempre chiamato Silvano) e di quelle scampagnat­e domenicali. «Sono orgoglioso di quello che si dice di me — aggiunge — ma sentirselo dire dai vicini di casa fa tutto un altro effetto. Il paragone con Sarri è bellissimo, tutti e due abbiamo vinto un sacco di campionati tra i dilettanti e l’anno prossimo ci sfideremo al San Paolo: magari poter fare la sua carriera». Semplici non sarà Sarri, ma in estate è stato cercato da tanti. Corvino lo stima («Fu lui a portarmi a Firenze») e prima di scegliere Pioli ha pensato anche di regalargli la panchina viola: «La Fiorentina è il mio amore, sono sempre stato tifoso e lo sono diventato ancora di più dopo aver allenato la Primavera. Sarà speciale sedersi sulla panchina del Franchi, immagino che tanti miei amici comprerann­o i biglietti per stare dietro alla mia panchina. Ovviamente per tifare viola».

Scherza, Leo. Ma la panchina d’argento vinta a Coverciano è solo un piccolo simbolo di quello che ha fatto negli ultimi tre anni: «Sono arrivato alla Spal nel 2014, la squadra era a tre punti dai play out. Abbiamo vinto Lega Pro e serie B: non ci era mai riuscito nessuno. La mia storia è un motivo di speranza anche per i tanti tecnici che allenano nelle serie minori e che sognano di arrivare a sfidare le grandi squadre». Già, la A. Come se la immagina Semplici? «Sarà un’impresa, ma il Crotone ha fatto capire che attraverso il lavoro si possono ottenere risultati straordina­ri. Ora però voglio staccare perché la serie B mi ha sfiancato». L’ultimo pensiero però, va ancora alla «sua» Fiorentina: «Pioli è l’uomo giusto per rilanciars­i. A Bernardesc­hi dico di restare, perché l’anno prossimo ci sarà il Mondiale e lui a Firenze avrebbe lo spazio per meritarsi l’azzurro. Chiesa invece me lo godrò in tv. Lo volevo alla Spal e ricordo quando veniva a Figline a veder giocare il babbo: come Enrico ha un amore per il calcio incredibil­e. C’era da scommetter­ci che avrebbe sfondato».

 Piedi a terra Orgoglioso di tutti i compliment­i, soprattutt­o se li ricevo dai vicini di casa

 ??  ?? Semplici (con in mano la maglia della Spal) premiato nel Comune di Tavarnelle
Semplici (con in mano la maglia della Spal) premiato nel Comune di Tavarnelle

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