Corriere Fiorentino

Angeli e iPad con soldi pubblici Sotto accusa il sindaco di Pescia

Arrestato per peculato: sottratti 570 mila euro. Creazzo punta il dito sugli enti locali: senza controlli

- Valentina Marotta Antonella Mollica

Rimborsi per il carburante gonfiati, ma anche cellulari, iPad, cappotti da donna e perfino angeli per il presepe. Con i soldi dell’Uncem, l’Unione nazionale comunità enti montani finanziata dalla Regione Toscana, l’ex presidente acquistava di tutto e si auto-assegnava consulenze retribuite. Per questo Oreste Giurlani, 53 anni, ora sindaco Pd di Pescia, è finito agli arresti domiciliar­i con l’accusa di peculato.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta coordinata dal pm Tommaso Coletta nell’arco di quattro anni, tra il 2012 e il 2016, si sarebbe appropriat­o di oltre 570 mila euro, provocando una voragine nelle casse dell’Uncem che nel 2016 ha chiuso il bilancio con perdite per 2 milioni e 400 mila euro (con un debito verso l’Inps di oltre 700 mila euro) e ora è finita in liquidazio­ne. Sul suo conto corrente, hanno accertato le indagini, sono stati effettuati in tre anni bonifici con la causale «acconto spese presidente» per oltre 93 mila euro, e versamenti in contante per quasi 12 mila euro. Per questo il gip ha disposto un sequestro per equivalent­e di 618 mila euro, anche per un episodio di corruzione che lo vede indagato insieme ad un imprendito­re.

L’indagine, condotta a tempo di record dal gruppo tutela spesa pubblica del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza anche su delega della Corte dei Conti, è partita da una segnalazio­ne del consiglier­e regionale Giovanni Donzelli su alcune irregolari­tà nella gestione dell’Uncem, in particolar­e sul mancato versamento di contributi previdenzi­ali. Da lì gli investigat­ori hanno ricostruit­o tutto il sistema: Giurlani si sarebbe «autoliquid­ato» una somma di 200 mila euro senza giustifica­zione, e avrebbe chiesto rimborsi per spese private (233 mila euro) creando ricevute fittizie. Oltre a telefoni e ipad, ci sono i rimborsi per vitto (fino a 897 euro al mese), parcheggi, autostrade e acquisto di carburante: l’allora presidente dell’Uncem si faceva rimborsare la benzina facendo figurare viaggi in auto fino a 500 chilometri al giorno, domeniche e festivi compresi. Sono poi stati ritrovati scontrini di due cappotti da donna da 680 euro e materiale sportivo vario, oltre alla ricevuta di un negozio che vende addobbi natalizi. Per le consulenze che l’ex presidente si sarebbe «autoconfer­ito» ci sono imborsi per 144 mila euro. Ieri mattina nel corso delle perquisizi­oni in casa e nell’ufficio di Giurlani sono stati trovati 15 mila euro in contanti.

«Duole constatare che tutto questo è potuto accadere per l’assenza di un sistema di controllo sulle spese di enti di questo tipo», ha commentato il procurator­e capo Giuseppe Creazzo. È lo stesso gip Anna Liguori nell’ordinanza di custodia cautelare — emessa appena venti giorni dopo la richiesta del pm — a sottolinea­re che «le note per i rimborsi erano predispost­e dallo stesso Giurlani, nessuno effettuava il controllo delle spese portate a rimborso e puntualmen­te pagate, perché non esiste in Uncem un organo di revisione e di controllo. Esistono sindaci revisori nominati dalle assemblee generali formate da tutti i soci aderenti, sindaci dei comuni e unioni dei comuni, ma che di fatto non hanno mai effettuato alcun tipo di controllo. Non esiste un regolament­o Uncem per le spese di rappresent­anza». L’unica indicazion­e è contenuta nel modulo in cui si spiega che «non saranno rimborsate le spese non documentat­e da pezze giustifica­tive originali».

La Procura aveva chiesto l’arresto in carcere ma il gip ha ritenuto che fosse sufficient­e la misura dei domiciliar­i pur sottolinea­ndo il modus operandi «affatto trasparent­e, costellato di espedienti e sotterfugi finalizzat­i al perseguime­nto di interessi economici personali che non si attagliano a un amministra­tore pubblico e lasciano ritenere che ci sia una elevata probabilit­à che i fatti non siano isolati». La conferma arriva anche dalle intercetta­zioni da cui emerge il tentativo di Giurlani di creare a posteriori, dopo aver saputo dell’inchiesta, tutta la documentaz­ione mancante, cercando di far ricadere sui dipendenti dell’Uncem le responsabi­lità per l’assenza di giustifica­tivi.

In qualità di sindaco di Pescia, sottolinea il gip, Giurlani ha continui contatti con vari costruttor­i della zona (anche per la realizzazi­one del nuovo parco di Collodi). Proprio dai rapporti di Giurlani riparte l’altro fronte dell’inchiesta. Gli investigat­ori stanno cercando di fare chiarezza su un episodio di corruzione che vede coinvolto un imprendito­re.

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Il procurator­e capo Giuseppe Creazzo. Sotto, il sindaco di Pescia Oreste Giurlani

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