Angeli e iPad con soldi pubblici Sotto accusa il sindaco di Pescia
Arrestato per peculato: sottratti 570 mila euro. Creazzo punta il dito sugli enti locali: senza controlli
Rimborsi per il carburante gonfiati, ma anche cellulari, iPad, cappotti da donna e perfino angeli per il presepe. Con i soldi dell’Uncem, l’Unione nazionale comunità enti montani finanziata dalla Regione Toscana, l’ex presidente acquistava di tutto e si auto-assegnava consulenze retribuite. Per questo Oreste Giurlani, 53 anni, ora sindaco Pd di Pescia, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di peculato.
Secondo quanto emerso dall’inchiesta coordinata dal pm Tommaso Coletta nell’arco di quattro anni, tra il 2012 e il 2016, si sarebbe appropriato di oltre 570 mila euro, provocando una voragine nelle casse dell’Uncem che nel 2016 ha chiuso il bilancio con perdite per 2 milioni e 400 mila euro (con un debito verso l’Inps di oltre 700 mila euro) e ora è finita in liquidazione. Sul suo conto corrente, hanno accertato le indagini, sono stati effettuati in tre anni bonifici con la causale «acconto spese presidente» per oltre 93 mila euro, e versamenti in contante per quasi 12 mila euro. Per questo il gip ha disposto un sequestro per equivalente di 618 mila euro, anche per un episodio di corruzione che lo vede indagato insieme ad un imprenditore.
L’indagine, condotta a tempo di record dal gruppo tutela spesa pubblica del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza anche su delega della Corte dei Conti, è partita da una segnalazione del consigliere regionale Giovanni Donzelli su alcune irregolarità nella gestione dell’Uncem, in particolare sul mancato versamento di contributi previdenziali. Da lì gli investigatori hanno ricostruito tutto il sistema: Giurlani si sarebbe «autoliquidato» una somma di 200 mila euro senza giustificazione, e avrebbe chiesto rimborsi per spese private (233 mila euro) creando ricevute fittizie. Oltre a telefoni e ipad, ci sono i rimborsi per vitto (fino a 897 euro al mese), parcheggi, autostrade e acquisto di carburante: l’allora presidente dell’Uncem si faceva rimborsare la benzina facendo figurare viaggi in auto fino a 500 chilometri al giorno, domeniche e festivi compresi. Sono poi stati ritrovati scontrini di due cappotti da donna da 680 euro e materiale sportivo vario, oltre alla ricevuta di un negozio che vende addobbi natalizi. Per le consulenze che l’ex presidente si sarebbe «autoconferito» ci sono imborsi per 144 mila euro. Ieri mattina nel corso delle perquisizioni in casa e nell’ufficio di Giurlani sono stati trovati 15 mila euro in contanti.
«Duole constatare che tutto questo è potuto accadere per l’assenza di un sistema di controllo sulle spese di enti di questo tipo», ha commentato il procuratore capo Giuseppe Creazzo. È lo stesso gip Anna Liguori nell’ordinanza di custodia cautelare — emessa appena venti giorni dopo la richiesta del pm — a sottolineare che «le note per i rimborsi erano predisposte dallo stesso Giurlani, nessuno effettuava il controllo delle spese portate a rimborso e puntualmente pagate, perché non esiste in Uncem un organo di revisione e di controllo. Esistono sindaci revisori nominati dalle assemblee generali formate da tutti i soci aderenti, sindaci dei comuni e unioni dei comuni, ma che di fatto non hanno mai effettuato alcun tipo di controllo. Non esiste un regolamento Uncem per le spese di rappresentanza». L’unica indicazione è contenuta nel modulo in cui si spiega che «non saranno rimborsate le spese non documentate da pezze giustificative originali».
La Procura aveva chiesto l’arresto in carcere ma il gip ha ritenuto che fosse sufficiente la misura dei domiciliari pur sottolineando il modus operandi «affatto trasparente, costellato di espedienti e sotterfugi finalizzati al perseguimento di interessi economici personali che non si attagliano a un amministratore pubblico e lasciano ritenere che ci sia una elevata probabilità che i fatti non siano isolati». La conferma arriva anche dalle intercettazioni da cui emerge il tentativo di Giurlani di creare a posteriori, dopo aver saputo dell’inchiesta, tutta la documentazione mancante, cercando di far ricadere sui dipendenti dell’Uncem le responsabilità per l’assenza di giustificativi.
In qualità di sindaco di Pescia, sottolinea il gip, Giurlani ha continui contatti con vari costruttori della zona (anche per la realizzazione del nuovo parco di Collodi). Proprio dai rapporti di Giurlani riparte l’altro fronte dell’inchiesta. Gli investigatori stanno cercando di fare chiarezza su un episodio di corruzione che vede coinvolto un imprenditore.