Ma il sindaco avvisa: non accetteremo neppure un licenziato
«Sono contrario anche a un solo licenziamento». Il sindaco, Bruno Valentini, fa quadrato intorno al Monte dei Paschi. «Il piano industriale — aggiunge — deve essere spalmato su un tempo sufficientemente lungo perché si possano attuare i normali avvicendamenti, grazie al fondo speciale per gli esodi incentivati e i prepensionamenti. Questa è la misura da usare per evitare la macelleria sociale, affinché gli errori del passato non siano fatti pagare ai lavoratori che, insieme agli azionisti e al territorio, hanno già pagato tanto». Gli esuberi tornano al centro del dibattito anche se tutte le cifre circolate — prima 10mila poi meno, forse 5mila — sono per adesso solo indiscrezioni. Anche i sindacati sono in attesa. «Aspettiamo il piano industriale per capire — afferma Antonio Damiani, della Fisac-Cgil — Ma è chiaro che un numero come 10.000, che a noi comunque nessuno ha comunicato ufficialmente, non starebbe né in cielo né in terra perché metterebbe a rischio la funzionalità della banca; accetteremo solo un piano di rilancio, non un piano basato unicamente sul taglio dei costi». Intanto l’intesa raggiunta tra il Tesoro e l’Unione Europea è un passo importante. «Non era facile — chiarisce Valentini — raggiungere questo risultato: una situazione come questa non poteva che essere affrontata con misure straordinarie e il governo, seppure in ritardo, lo ha fatto. Adesso sia chiaro: Siena e gli azionisti vogliono che chi ha messo in atto operazioni fraudolente e falsificato i bilanci paghi fino in fondo». Meno ottimismo si registra sul fronte dei piccoli azionisti: l’accordo con l’Europa chiama in causa azionisti e obbligazionisti subordinati. E c’è chi, questo, lo annunciava da tempo, a rischio di prendersi della «Cassandra»: «Diciamo da mesi che si sarebbe arrivati alla conversione forzosa delle subordinate — spiegano dall’Associazione Buongoverno — non perché volessimo essere profeti, ma perché era chiaro dalle direttive europee già recepite dallo Stato».