Maggio, ecco la scure di Chiarot: via due dirigenti
Non rinnovati i contratti del direttore generale e del responsabile marketing, prenderà lui le deleghe
Con un comunicato secco a tutti i dipendenti della Fondazione del Maggio Musicale, ieri il nuovo soprintendente Cristiano Chiarot ha annunciato che «con il 31 maggio u.s. hanno cessato il rapporto di collaborazione con la Fondazione il direttore generale Alberto Triola ed il direttore Marketing, Comunicazione e Corporate Fabio Fassone» aggiungendo che entrambe le loro deleghe faranno capo a Chiarot stesso.
Due dirigenti di peso negli anni recenti della vita della Fondazione. Soprattutto Alberto Triola, una eredità della precedente sovrintendente Francesca Colombo nell’ultimo periodo del suo incarico, confermata dall’allora commissario Bianchi. Il suo attuale contratto era stato sottoscritto il 21 marzo 2016 e prevedeva un compenso di 135 mila euro l’anno, più premi di 15 mila euro al raggiungimento obbiettivi. Ma già all’arrivo di Bianchi Triola era presente, indicato come direttore generale e coordinatore artistico. Furono necessarie alcune giravolte burocratiche, perché era inquadrato in un ruolo che la riforma delle fondazioni lirico sinfoniche non prevedeva più. Comunque al 7 maggio 2013 il compenso era di 110mila euro l’anno. In evidente controtendenza con quello dei dipendenti della Fondazione, masse artistiche e non che, oltre ai licenziamenti, hanno conosciuto una contrazione degli stipendi che pone ad esempio l’Orchestra del Maggio fra le meno pagate tra quelle delle fondazioni. Triola, di formazione scaligera, è anche Presidente del Conservatorio Nino Rota di Monopoli e, soprattutto, direttore artistico del Centro Culturale Paolo Grassi di Martina Franca, cioè, del Festival della Valle d’Itria. Con cui il Maggio ha conosciuto negli ultimi anni un intensificarsi di scambi di artisti e spettacoli (e pure di qualche collaboratore). Anche il nuovo direttore musicale Fabio Luisi è, tra i vaannua ri incarichi, direttore musicale del Festival di Martina Franca.
Fabio Fassone approda invece al Maggio con un contratto autonomo professionale del 3 dicembre 2014 per 48 mila euro. Convertito in contratto a tempo determinato il 21 dicembre 2015 per 80 mila euro l’anno. Poi un contratto da dirigente di industria (come Triola) per arrivare alla cifra di 100 mila euro, come indicato sul sito dell’Opera di Firenze. Anche per lui precedenti alla Scala di cui è stato segretario artistico dal ‘95 al ‘99 e pure un passaggio al Maggio già tra il ’92 e il ’94.
Ancora da chiarire le prossime mosse di Chiarot, coerenti fin qui nella contrazione delle spese senza licenziare un personale già falcidiato. Una sproporzione dei ruoli dirigenziali amministrativi di vertice rispetto agli attuali organici era stato notato anche dal super commissario Gianfranco Sole nella relazione fatta al piano industriale di Bianchi.
Obiettivi Ancora da chiarire le prossime mosse del sovrintendente, che si è preso l’impegno di diminuire le spese senza licenziamenti