PIOLI, SOUSA E L’INTRECCIO ITALO-CINESE
Il nuovo allenatore: «Sono molto felice, ho sempre sperato di tornare» E sulla prossima stagione: «I Della Valle sono motivati, mi hanno chiesto di tornare a divertire»
Paulo Sousa assunto dal gruppo Suning, lo stesso che ad aprile ha cacciato Stefano Pioli dall’Inter. A volte il destino compie traiettorie davvero bizzarre, quasi fosse un pallone calciato da Holly Hutton. Così mentre Bill Murray-Pioli elencava la sua ricetta da Ghostbusters per cacciare dalla Fiorentina i fantasmi portoghesi, George ClooneySousa volava tra le nuvole per approdare a Nanchino.
Il microfono non funziona, ma il messaggio arriva lo stesso: «Spero che la mia faccia riesca a esprimere la mia felicità di essere qui... Non si sente? Va bene ricomincio, ma ero partito bene però...».
La prima frase del Pioli viola finisce con una risata generale e una certezza: se la società cercava un allenatore che volesse Firenze con tutte le sue forze, l’ha trovato. «Ho sempre sperato di tornare — spiega Pioli — la Fiorentina è stata la parte più bella e più lunga della mia carriera, mi piacerebbe lo fosse altrettanto anche da allenatore. Questa è l’unica squadra che potevo allenare in Italia, mi descrivono come tecnico girovago e senza trofei: alla Fiorentina mi piacerebbe smentire entrambe le cose».
«Pio» dunque arriva per restare. Sa benissimo che riaccendere l’entusiasmo della tifoseria sarà un compito difficilissimo, ma l’intesa con Corvino («Stefano è la miglior scelta possibile», dice il dg) e il suo passato fiorentino potranno aiutarlo moltissimo: «Conosco bene questa tifoseria, l’amore ogni tanto ti porta a fischiare, ma sono cose normalissime nel calcio. Io prometto passione e lavoro, la mia Fiorentina dovrà superare i suoi limiti e tornare a divertire». Divertire. Proprio il verbo che Diego Della Valle vorrebbe tornare ad associare alla Fiorentina: «Coi Della Valle mi sono sentito e mi sono anche incontrato — aggiunge Pioli — nei loro occhi ho visto la delusione per quest’annata viola ma anche la determinazione nel voler ripartire. Mi hanno chiesto di tornare a far divertire la gente ed è quello che proverò a fare. Non vedo l’ora di essere al 5 luglio, quando ci raduneremo con la squadra».
Nel suo primo giorno viola («L’Inter? Non ho rimpianti, ormai è il passato»), Stefano Pioli ha visitato il centro sportivo («È molto funzionale, perfetto per noi»), parlato con Antognoni, Salica, ovviamente Corvino e Freitas e stretto tante mani. Nel tardo pomeriggio 50-60 tifosi hanno atteso il loro turno per farsi un selfie insieme a lui. Non è la folla delle grandi occasioni, ma nessuno si aspettava il contrario: un tifoso arriva con la maglia viola con lo sponsor «Giocheria», quella che Pioli indossava da difensore viola. «Accidenti che bella», dice lui, che in sala stampa aveva ammesso che proprio i tempi con Ranieri a Firenze gli «avevano fatto capire di voler fare l’allenatore». Allo Store viola c’è anche uno che sbuca dalla fila e urla: «Vediamo di tirarla su questa Fiorentina». «Sì — risponde Pioli — ma diciamolo con più convinzione, altrimenti non ci crede nessuno».
Ora si godrà un po’ di vacanza («poca però, perché di star fermo ne ho abbastanza»), a fine giugno poi sarà di nuovo qui. Con Corvino comunque resterà in contatto continuo. Il mercato è lungo e l’estate non è ancora cominciata. In agenda ci sono i colloqui con tutti i giocatori in rosa, il caso Berna e qualche cessione illustre (Kalinic e forse Vecino che ha una clausola da 24 milioni valida fino al 10 agosto). Le idee però sono chiarissime: «Il modulo base sarà il 4-2-3-1 perché credo sia il più adatto per le nostre caratteristiche. Saponara è un talento che ancora non ha espresso tutte le sue potenzialità, voglio capire perché. Ma punto su di lui. E Borja è intelligente, non avrà problemi a trovare la posizione giusta in campo. Sul mercato cercheremo giovani e possibilmente italiani: ricostruire la Fiorentina Yé-Yé non ci dispiacerebbe affatto. Sappiamo di partire dietro, ma giocheremo per andare oltre i nostri limiti». La sua Fiorentina farà meno possesso e cercherà di verticalizzare il gioco il prima possibile. Recupero palla e ripartenze, sfruttando il più possibile le fasce. La rivoluzione viola passa anche da qui.
Dicono che sono un girovago e che non ho vinto ancora niente, spero di smentire tutti a Firenze