Rissa in strada, un coltellaccio: brividi
Via Piagentina, il tam tam della paura tra i negozianti: chiudetevi dentro. Due denunciati
Urla, spintoni e poi le lame che fendono solo per caso l’aria, in mezzo alla gente, in pieno giorno. È finita bene la lite a suon di coltelli, pare per l’acquisto di droga, tra due nordafricani e una fiorentina ieri pomeriggio, alle 15, in via Piagentina. Dopo l’allarme di alcuni residenti e l’arrivo della gazzelle dei carabinieri, i tre sono scappati ma due di essi sono stati rintracciati poco dopo. Alla fine, per la donna, 23 anni, e un tunisino 44, è scattata la denuncia per minacce aggravate e porto abusivo d’arma. Sequestrato un coltello con lama da 45 centimetri. Sono in corso le ricerche per il terzo uomo già individuato: si tratta di un marocchino.
Secondo una prima ricostruzione, il tunisino sarebbe intervenuto per difendere la compagna, durante la lite con il marocchino. Preziosi i racconti di passanti e residenti. C’è chi ha sentito le urla mentre vedeva la tv in casa e chi ha assistito alla sfida per strada. «Le grida erano disperate e cariche di rabbia e ho chiamato i carabinieri — racconta Agata — Non è la prima volta che dalla finestra vedo sbandati, sia chiaro anche italiani, che litigano e, armati di coltello, arrivano a minacciarsi per questioni di droga». Erica Bianchi stava lavorando dietro il bancone del suo forno, «Il Ghiottone». Attraverso la vetrina ha visto l’inizio della rissa, avvenuta nei giardini proprio davanti al suo negozio: «All’inizio non mi sono preoccupata, ho visto un uomo che litigava con una donna e un gruppo di persone che cercava di dividerli. O almeno ho avuto questa sensazione. Poi sono andata un attimo nel retrobottega e quando sono tornata ho visto che uno di quegli uomini tirava fuori dallo zaino della ragazza un coltello lungo come un braccio… Da qua mi è sembrato un machete». Erica si è spaventata a morte: «Sono corsa nel retrobottega, mi sono nascosta lì perché nessuno mi vedesse». Nel negozio, in quel momento c’era un cliente. Così Erica, una volta finita la rissa e arrivati i carabinieri, si è spaventata ancora di più quando ha scoperto che anche lui faceva parte di uno dei due gruppi della rissa: «Un muratore che lavorava al piano di sopra si è affacciato alla finestra, ha visto un uomo che arrivava dai giardini, è entrato dentro il forno e poco dopo è uscito con un coltello. Evidentemente è venuto a farselo dare dal suo compare».
Poco distante, Eraldo era con altri operai a montare un’impalcatura su via Piagentina. «Ci siamo fermati, abbiamo visto questi due coltelli, uno era molto grosso. Erano cinque, sei, tra loro una donna. Litigavano, brandivano i coltelli, ma si tenevano distanti, si minacciavano e si insultavano senza affrontarsi: quello col coltello più grosso era nei giardini, l’altro invece sul marciapiede di via Piagentina, con la strada a dividerli. Sembravano visibilmente ubriachi». «Io non c’ero, ma mia moglie sì, e si è chiusa dentro a chiave», racconta il titolare del negozio di parrucchiere Alessandro Di Rosy. Al bar Pappagallo, hanno sentito gridare, ma nessuno ha visto cosa stava succedendo a cento metri di distanza. Così, il fuggi fuggi non c’è stato. Ma tra i negozi, è partito il tam tam di messaggi e telefonate. Che sono arrivati anche a diverse centinaia di metri di distanza, come da Lawley Jeans di lungarno Colombo: «Ci hanno avvertite da via Piagentina, ci hanno detto che c’erano uomini con la scimitarra — spiegano le due ragazze del negozio — Non abbiamo visto nulla, ma per sicurezza ci siamo chiuse a chiave dentro. Con le notizie che circolano in questi giorni, un po’ di paura ci è venuta».
La fornaia Ho visto quel machete e sono corsa nel retrobottega, mi sono nascosta lì perché nessuno mi vedesse Le commesse Ci hanno telefonato per dirci che c’erano uomini con la scimitarra E con quello che succede in questi giorni...