Pescia, città senza più ras «Noi aspettiamo Giurlani»
L’arresto di Giurlani e la città senza guida. «Qualcuno lo ha abbandonato, noi l’aspettiamo»
Oreste Giurlani è stato arrestato una settimana fa. Da allora Pescia è senza sindaco, ma continua ad aspettare il suo ras: «Qualcuno lo ha abbandonato, noi no. Vogliamo parlare con lui».
Piazza Mazzini ha lo sguardo basso dei cittadini smarriti che entrano ed escono: il fotografo, la panetteria, il barbiere, il bar. In vetta c’è il Comune, ma nessuno in questi giorni va da quelle parti. Il respiro del centro di Pescia — non solo politico — sembra si sia fermato dopo la notizia shock del 1° giugno dell’arresto del sindaco Oreste Giurlani, accusato di aver dirottato fondi pubblici dell’Uncem (l’unione dei Comuni montani) sul proprio conto corrente, e dimessosi lunedì scorso da primo cittadino e vicepresidente Anci. «Qualcuno credeva che potesse essere solo una grande errore e molti lo pensano ancora — spiega un’edicolante — ma oggi tutti hanno realizzato che questa amministrazione è finita davvero». Commercianti, cittadini, tutti dicono la stessa cosa: «aspettiamo di parlare personalmente col sindaco, di capire da lui cosa è successo veramente», dicono ancora disabituati ad utilizzare il suffisso ex.
La città è senza il suo primo cittadino, e l’aggettivo pare non aver mai avuto un peso così grande. Senza il suo ras. Che giorno dopo giorno, prima di finire agli arresti domiciliari, esercitava il suo carisma passando di civico in civico nella piazza a testare l’umore dei suoi concittadini. Era senza dubbio presente, per alcuni che oggi riflettono con amarezza anche troppo. «Ad Halloween — spiegano due anziani dal barbiere — è venuto qui travestito da mostro, a Natale vestito da Babbo Natale: era partecipe delle scelte e delle discussioni, in qualche modo c’era sempre». Anche nei bar e nei punti di ristoro faticano a credere che la vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto possa essere davvero così grave. Si adombrano complotti politici, specie quando il taccuino si chiude. «Della vicenda poco chiara rispetto ai suoi conti ad Uncem si sapeva da molto tempo, ma perché viene fuori solo ora? Qualcuno lo deve aver abbandonato...», sussurrano. Discorsi fatti al bar. Ma più su, in Comune, il sentimento di funzionari e amministratori è fondamentalmente lo stesso: lo smarrimento. Gli assessori portano avanti la funzione di governo facendo quel che possono, assicurando che tutti i servizi essenziali sono garantiti. «Noi siamo qui come ogni giorno per ascoltare i cittadini», spiega l’assessore alle politiche sociali Elisa Romoli. L’assessore anziano Marco Della Fenice è altrettanto scosso. Era lui l’uomo designato a divenire vicesindaco dopo l’addio di Roberto Peria il 1° aprile, ma Giurlani è stato messo ai domiciliari prima di firmare la nomina. Dunque Pescia è formalmente anche senza vicesindaco. Così la giunta, orfana del suo vertice, ha deciso di mettere tutto in mano alla Prefettura. «Non posso prendermi la responsabilità di fare cose che il sindaco dovrebbe fare, come firmare un trattamento sanitario obbligatorio, uno sgombero o un provvedimento urgente di protezione civile», spiega Della Fenice. In attesa dell’arrivo del commissario prefettizio, anche lui aspetta di parlare «di persona Giurlani per capire».
Tra i cittadini «Lui c’era sempre. Ad Halloween è venuto qui in negozio travestito da mostro»