«Presto l’obbligo del seggiolino salva-bambini» (se non si vota)
Servono le tragedie, spesso, per riaccendere la luce su questioni scivolate in fondo a un cassetto. È il caso del «seggiolino intelligente», un dispositivo salva-bimbi in grado di segnalare con un allarme acustico la presenza di un peso quando si chiudono gli sportelli dell’auto. Il primo a lanciare una petizione (che ha raccolto oltre cinquantamila firme) fu, nel 2013, Andrea Albanese, padre di un bimbo di due anni morto nell’auto dove lui stesso lo aveva dimenticato, poi nel 2014 furono i deputati di Sinistra Italiana a presentare una proposta di legge per rendere il «seggiolino intelligente» obbligatorio. Ora, spiega, il viceministro ai trasporti Riccardo Nencini, la soluzione potrebbe essere vicina. «La proposta di legge delega che riforma il codice della strada è già stata approvata alla Camera ed è in attesa al Senato; secondo una previsione realistica, l’iter potrebbe concludersi entro l’autunno», inserendo appunto l’obbligatorietà del dispositivo «salva-bimbi». Sempre che non si sciolgano le Camere: in quel caso, infatti, anche la riforma del codice della strada, decadrebbe e si dovrebbe ricominciare da capo. In realtà, il Governo lavora su questo tema da diversi anni: «Abbiamo cominciato a occuparcene nel 2013 — spiega Nencini — chiedendo una normativa comunitaria d’indirizzo, ma l’Unione Europea ci rispose che non ne avvertiva la priorità. Così abbiamo inserito l’obbligatorietà nella riforma del codice della strada». Dispositivi del genere già esistono: ad esempio quello premiato dal Cern e messo a punto da un gruppo di studenti di un istituto di Bibbiena che lo stesso viceministro Nencini, tempo fa, ha voluto incontrare insieme all’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli per studiare da vicino «un’idea che era assolutamente buona». Fatta la norma servirà un collaudo: se i «seggiolini intelligenti» diventeranno obbligatori, dovrà essere istituito uno standard preciso, non basterà più un brevetto sperimentale.