Sarti, l’ultimo giro al Franchi «La sua partita non finisce qui»
I compagni di squadra e tanti tifosi al funerale del portiere del primo scudetto
Prima l’ultimo giro di campo al Franchi, con l’omaggio di Corvino e del nuovo mister Pioli, poi «l’estremo volo» nella Basilica di San Miniato. Due luoghi, a loro modo, simbolo della città. Due bellissimi palcoscenici degni di un campione come Giuliano Sarti. «Haec est porta coeli», è inciso sulla soglia d’ingresso della chiesa. E di porte Sarti se ne intendeva parecchio. Ma Giuliano era molto di più di un numero 1, come ha precisato padre Bernardo durante il funerale. «Spero di non offendere gli interisti presenti: sono tifoso viola, come dimostra il colore della tunica, ma non so molto di calcio», ha raccontato il parroco, in un clima commosso, ma disteso.
«Proprio per questo ricordo Giuliano più come uomo, che come campione. Sono molto La bara seguita dal gonfalone del Museo Fiorentina Sotto, Pioli, Antognoni e Corvino alla camera ardente legato a lui e alla sua famiglia. In questa chiesa lui stesso ha dovuto affrontare un momento difficile come la perdita di un figlio. Posso solo dire una cosa: la sua partita non finisce qui». Moltissimi, come da attesa, gli uomini di sport venuti a dare l’addio a Sarti. C’erano i compagni dello scudetto del ’56: Magnini, Orzan e Carpanesi. C’erano grandi nomi della Fiorentina, tra cui Hamrin, Narciso Parigi e Chiarugi. Ma c’era anche Mario Corso: l’ultimo «verso» della più famosa «poesia calcistica» di sempre, che cominciava proprio con il nome del portiere. «Giuliano era arguto, intelligente, mai banale», dice Eugenio Giani. «Ricordo che quando diventai assessore allo sport venne subito a chiedermi di aiutarlo per i suoi ragazzi del Galluzzo. Glielo promisi e quando riuscimmo a completare il campo, gli dissi: “Hai visto?”. Lui mi rispose solo: “Hai fatto il tuo dovere”. Era concreto come tra i pali, ma con umanità».
A conferma dell’aneddoto, tra le sciarpe viola e nerazzurre, spunta pure un gagliardetto dell’Audace Galluzzo, che fa capire la semplicità di un uomo rimasto attaccato alle «piccole» cose, nonostante coppe e scudetti. «Ho sempre tifato per Sarti», ha raccontato padre Carlo, altro parroco di San Miniato. «Tanto che per seguire le sue prestazioni con la Fiorentina mi facevo portare di nascosto il giornale in seminario». L’applauso chiude la cerimonia, lo striscione del viola club 7Bello appeso al Franchi («Portiere scudettato non verrai mai dimenticato») fa capire che la storia viola di Giuliano, il portiere che parava a mani nude, non finirà mai. La Fiorentina Primavera è in finale scudetto. Quella dei ragazzi di Guidi contro la Juventus è un’impresa, visto che hanno giocato con un uomo in meno per quasi un’ora (supplementari compresi). Decisivi i calci di rigore (1-1 al 90’), che questa volta regalano una gioia. Domenica pomeriggio a Reggio Emilia (ore 18 e contro la vincente di Inter-Roma) i viola avranno l’opportunità di riportare a Firenze uno scudetto che manca dal 1983. La stanchezza però non mancherà, perché la gara di ieri rimarrà ben impressa nella mente dei giovani viola per fatica e sacrificio. Intanto però la squadra può godersi il trionfo, come dimostra bene la foto pubblicata sui social dalla stessa società viola. «Solo Firenze» intonavano i sostenitori, che domenica si muoveranno in massa per aiutare i baby di Guidi. Le individualità della Juventus spaventavano, la Fiorentina ha risposto con la forza del gruppo e ha ritrovato una finale che mancava dal 2006. La forza bianconera si è vista soprattutto dopo i primi venti minuti del primo tempo. Con la Fiorentina sbilanciata in attacco, la Juve non ha perdonato. Prima il salvataggio di Baroni (27’) a porta vuota su Kean, poi il gol di Clemenza (37’) che ha approfittato dell’errore di posizione di llanes e con un diagonale preciso batte Cerofolini. I viola hanno barcollato e accusano il colpo, con Castrovilli capace di illuminarsi solo a tratti e Guidi costretto ad affidarsi alla panchina. Al 72’ poi, l’episodio che ha rischiato di spezzare le speranza viola. Kean (classe 2000), il pupillo di Allegri già in gol anche in serie A, fa espellere Baroni per doppio giallo. Sembra finita, perché sotto di un gol e con un uomo in meno, la Juve pare aver la strada spianata. Il mister viola però ha la carta giusta da giocare e con talismano Gori in campo (il centravanti tra l’altro ha appena firmato il rinnovo di contratto con il club viola) consente alla Fiorentina di guadagnarsi al 92’ il rigore poi trasformato dal figlio d’arte Sottil. Nonostante qualche pericolo (la Juve ha sfiorato iil gol più volte) dunque, la lotteria dei rigori è diventata decisiva. E con lei il portiere Cerofolini (due rigori parati, uno dei quali su un maldestro tentativo di cucchiaio di Kean), e la precisione degli infallibili giocatori viola. Viola in finale dunque. Proprio come le Women’s viola, che venerdì 16 a Bologna (data ufficializzata ieri), proveranno ad alzare al cielo anche la coppa Italia femminile. Una soddisfazione che Guidi, prima di salutare la Fiorentina dopo 12 anni, vuole godersi fino in fondo, magari aggiungendo la ciliegina sulla torta: vincere anche la finalissima e diventare campione d’Italia.