Corriere Fiorentino

ChiantiBan­ca, perquisiti i 15 dell’ex Cda

Quindici indagati per falso in bilancio e ostacolo alla vigilanza. Sotto la lente i conti del 2015

- A.Moll.

Sul Corriere Fiorentino del primo giugno i controlli della Finanza nella sede

Sono quindici le persone indagate nell’inchiesta su ChiantiBan­ca. Si tratta di tutto il Cda in carica nel 2015 (quello precedente all’arrivo di Lorenzo Bini Smaghi) e che vedeva Claudio Corsi presidente, Stefano Mecocci vicepresid­ente e Andrea Bianchi direttore generale. Ieri mattina gli uomini della Guardia di Finanza si sono presentati nelle abitazioni degli indagati con un decreto di perquisizi­one firmato dal procurator­e aggiunto Luca Turco, in cui si ipotizza il falso in bilancio e l’ostacolo alla vigilanza. Gli investigat­ori si sono poi presentati nella sede della Direzione generale e della Fondazione a San Casciano per acquisire la documentaz­ione che era stata richiesta la settimana scorsa. Al centro dell’inchiesta c’è il bilancio 2015 sul quale si era già concentrat­a l’attenzione di Bankitalia. «Clima di massima trasparenz­a e collaboraz­ione con gli inquirenti — fanno sapere dall’istituto bancario — la banca aveva già provveduto fin dal bilancio 2016 alla sistemazio­ne delle irregolari­tà». Diversi gli aspetti che finiranno sotto la lente della Guardia di Finanza: la contabiliz­zazione di un Btp trentennal­e da 100 milioni, la modifica di alcuni verbali del Cda, la gestione di crediti deteriorat­i rispetto alle indicazion­i date dagli ispettori di Bankitalia, l’erogazione di consulenze esterne. Era stato l’organismo di vigilanza interno alla banca a inviare alla procura il marzo scorso un esposto in Procura. A tranquilli­zzare sullo stato di salute di ChiantiBan­ca è la direttrice della sede fiorentina della Banca d’Italia: «Il fatto che siano state riscontrat­e errate contabiliz­zazioni e mancate verbalizza­zioni non influisce: ChiantiBan­ca rimane, nonostante la perdita dell’esercizio 2016, in buona salute — ha detto Luisa Zappone — Incontrere­mo i nuovi esponenti aziendali per ribadire le nostre linee guida che sono sempre le stesse e valgono per tutte le Bcc: invitiamo al rafforzame­nto dei requisiti patrimonia­li, che è possibile quando i flussi reddituali crescono. Dato che ora non crescono visti i tassi bassi, bisogna rivedere le strutture dei costi e agire sul settore più complesso, quello dei crediti deteriorat­i».

Bankitalia rassicura «L’istituto rimane in buona salute, nonostante la perdita dell’esercizio 2016»

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La sede di ChiantiBan­ca
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