Corriere Fiorentino

Uffizi, nelle mani dei bagarini

Fanno incetta di biglietti, si entra (quasi) solo passando da loro. E Schmidt corre ai ripari

- Passanese

«Sono tanti, troppi. E sono diventati molto aggressivi». Un custode della Galleria degli Uffizi in pausa guarda la scalinata davanti all’ingresso principale e scuote la testa. Poi inizia a contare i bagarini nel piazzale intenti ad avvicinare i clienti: «Uno, due... cinque... dieci... venti... venticinqu­e! Questo è un assedio — dice — Stamattina (ieri, ndr) hanno perfino cercato di superare i cordoli e di infilarsi nel museo. Non ne possiamo più».

Sette giorni su sette, con la pioggia o 40 gradi, i «saltacoda» sono sempre lì al loro posto: c’è chi indossa una vera e propria divisa, chi una camicia bianca con la cravatta colorata, chi sempliceme­nte sfoggia un tesserino di riconoscim­ento appuntato alla maglietta. Girano il piazzale degli Uffizi in lungo e in largo alla ricerca di turisti a cui proporre biglietti «skip the line» con guida maggiorati fino al 100%. Questo significa che un ticket con prenotazio­ne — quelli per non fare la fila, che se comperato alla biglietter­ia, su internet o chiamando lo 055 294883 costerebbe 14 euro — viene fatto pagare tra i 35 e i 40 euro.

Il punto è che da qualche settimana prenotare un biglietto per gli Uffizi o la Galleria dell’Accademia per il giorno stesso o per quello successivo è diventato impossibil­e. Perché ogni mattina i bagarini, che si sono moltiplica­ti, ne fanno incetta lasciando guide turistiche e visitatori a bocca asciutta. Ieri la voce registrata del servizio prenotazio­ni informava che i prossimi biglietti disponibil­i per ammirare il David sono quelli di martedì 13 giugno, mentre il 20 giugno è già sold out. Stesso discorso per gli Uffizi. Raccontano le guide Lucia Lazic e Simona Barbetta che «il risultato è che giovedì e venerdì le sale degli Uffizi erano quasi vuote, perché i bagarini non erano riusciti a piazzare tutti i ticket. Noi guide stiamo rinunciand­o a portare i nostri clienti alle Gallerie perché i saltacoda già dalla mattina acquistano tutti i biglietti disponibil­i, così chi vuole vedere Botticelli, Michelange­lo Al centro, in camicia bianca e tesserino al collo, tre dei numerosi bagarini che affollano il piazzale degli Uffizi o Leonardo è costretto a rivolgersi a questa gente e a pagare 25 euro in più».

Niente di illegale, ma la cosa ad Eike Schmidt proprio non va giù: «Ci siamo resi conto di questo “giochetto” nel periodo di Pasqua — spiega il direttore degli Uffizi — e abbiamo verificato che è in crescita. Purtroppo abbiamo le armi spuntate, possiamo fare poco. Servirebbe una legge, come accade nel calcio o ai concerti. Devo ammettere che i saltacoda sono diventati aggressivi, l’ho sperimenta­to sulla mia pelle facendo un giro nel piazzale e fingendo di essere un turista. Prometto che entro il 2018 cercheremo di risolvere il problema delle lunghe file all’ingresso, solo in questo modo potremo averla vinta sui bagarini».

Intanto gli Uffizi vogliono mettere in campo alcune soluzioni tampone: il direttore ha deciso, in accordo con Palazzo Vecchio, di installare dalla prossima settimana un punto informazio­ni e biglietti in via della Ninna. Non solo: alcuni dipendenti indosseran­no una maglietta arancione con scritto ben visibile «Staff», per contrastar­e i saltacoda in divisa che spesso i turisti scambiano per dipendenti degli Uffizi.

 Il direttore Davanti alla Galleria personale con magliette arancioni con su scritto «staff» E in via della Ninna nuovo punto per info e ticket

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Due bagarini in azione nel piazzale degli Uffizi

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