L’ospedale che unisce Fiom e Forza Italia
Volterra, in 2.500 al corteo contro il taglio dei servizi. Ci sono anche le bandiere Pd
Dalla Fiom a Forza Italia, dall’Arci alla Uil. Duemilacinquecento persone hanno partecipato ieri al corteo contro i (temuti) tagli all’ospedale di Volterra. In città negozi chiusi per due ore per consentire anche ai commercianti di partecipare alla manifestazione. Il sindaco Marco Buselli, organizzatore della protesta: «Le rassicurazioni arrivate in questi giorni dalla Regione non sono sufficienti».
«L’ospedale non si tocca!». Il coro da stadio ha risuonato ieri mattina tra i vicoli medievali di Volterra. Negozi chiusi dalle 10 alle 11, con un nastrino rosso legato alle serrande, per poter partecipare al corteo contro i tagli alla sanità e il depotenziamento dei servizi dell’ospedale. A guidare la protesta il sindaco Marco Buselli, reduce da tre giorni e tre notti passate sulla torre di Palazzo dei Priori, sede del Comune. Dietro di lui, 2500 persone: la Uil a braccetto con la Fiom, le bandiere di Forza Italia accanto a quelle del Pd, il vescovo Albereto Silvani e, più indietro, la bandiera dell’Arci, gli infermieri, i trattori di Coldiretti, ma anche la Misericordia e l’Avis. «È il nostro ospedale — ripetono tutti — non esistono colori o partiti diversi, siamo qui per difendere tutti la stessa cosa». Tanquesti tissime le famiglie, i bambini per mano a mamme e babbi, con le magliette e i palloncini. Sono state proprio le mamme di Volterra a dare via alla protesta mesi fa, quando venne a mancare un pediatra. #Iononsonounnumero, lo striscione che apriva la manifestazione, è infatti lo slogan ormai associato alle mamme di Volterra, e che il sindaco ha srotolato dai merli del palazzo medievale all’inizio della protesta. «Le rassicurazioni arrivate in giorni non sono sufficienti — ha detto Buselli — È inaccettabile chiudere nel fine settimana chirurgia e ortopedia, con la perdita delle urgenze, per la quali sarebbe necessario allontanarsi dal territorio; e la guardia anestesiologica sulle 24 ore, la presenza del cardiologo anche di notte, deve essere attivata la reperibilità notturna pediatrica, e ripristinato il terzo pediatra di libera scelta». Alla fine però Buselli ha anche lasciato uno spiraglio al dialogo con la Regione: «Siamo disponibili a definire e discutere in modo serio, senza fughe in avanti o protocolli improvvisati e pasticciati, attendiamo con fiducia di essere convocati». Un’apertura non scontata, dopo che nei giorni scorsi tra il primo cittadino e l’assessore regionale alla sanità, Stefania Saccardi, sono volati gli stracci, tra richieste di «garanzie scritte su pietra» da una parte e smentite dall’altra. «Nessun servizio e nemmeno un posto di lavoro sono a rischio a Volterra. Nessuna modifica è prevista sulla chirurgia d’urgenza, e proseguirà almeno per un anno il servizio di pediatria il sabato e la domenica», aveva detto Saccardi.