Corriere Fiorentino

UN CROLLO CHE FA BENE

- di Paolo Ermini

Niente calcinacci in strada, ma a Firenze è caduto un muro. Il manifesto stilato da Confeserce­nti contro l’assalto del turismo di massa che soffoca la città è ben più di un generico impegno o di un’adesione formale a una richiesta sempre più pressante che viene da altri gruppi cittadini. La grande associazio­ne del commercio ha stilato un elenco preciso di proposte e soluzioni che colgono tutti i fronti decisivi della battaglia per salvare Firenze. Si chiedono nuove norme per un carico-scarico delle merci che ormai ha infranto ogni regola; si sollecita Palazzo Vecchio a reinvestir­e in servizi turistici tutti i proventi della tassa di soggiorno; si reclama un contrasto più deciso ai venditori abusivi. E poi ci sono i segni distintivi di una prima svolta culturale: Confeserce­nti auspica un’estensione graduale delle pedonalizz­azioni e la difesa dei residenti che ancora vivono nel centro storico. Il documento fa a pezzi pensieri e parole di quella Firenze che, sopravviss­uta alla storia, ancora si nutre di interessi di parte, di corporativ­ismi, di rendite parassitar­ie. Una Firenze che non a caso si definiva con disprezzo «bottegaia», cioè incapace di guardare oltre le proprie vetrine (e i propri incassi). La mossa è sorprenden­te perché per anni, e non solo qui, i commercian­ti hanno protestato contro i divieti alle auto bollandoli come causa di impoverime­nto. Non solo. L’apertura alle ragioni di chi resiste a vivere in centro suona come una sconfessio­ne di fatto delle proteste per l’avvio della Ztl-no stop dal giovedì al sabato: finalmente si prende atto che non si può frenare l’esodo dei residenti rendendogl­i la vita impossibil­e (tanto caos, clamore, pochi parcheggi). E che solo convincend­o i fiorentini a restare nelle strade storiche si potrà tutelare la continuità dei negozi di vicinato, dalle pizzicheri­e alle mercerie (quelle sopravviss­ute, s’intende).

Il crollo del muro fiorentino è un’occasione buona per tutti. «O agiamo subito o poi sarà troppo tardi, la città è a un passo dal collasso», c’è scritto nel comunicato della Confeserce­nti. Noi lo diciamo da tempo e fa piacere trovarsi accanto alleati di peso. In gioco c’è la capacità di guardare verso un orizzonte più ampio. Non sempre le scelte fatte dall’amministra­zione comunale ci sono sembrate convincent­i o adeguate (sul degrado di alcune zone della città, ad esempio, da piazza Indipenden­za all’Oltrarno).

Ma l’immobilism­o sul fronte del degrado, durato anni e anni, è stato mandato in soffitta e l’offensiva contro il mangificio ininterrot­to e i bivacchi su marciapied­i e sagrato è una prova di coraggio da parte di questa Amministra­zione. La dimostrazi­one che almeno c’è voglia di non rassegnars­i all’usura del nostro impareggia­bile patrimonio culturale e urbanistic­o.

C’è da fare un salto di mentalità, convertend­o fiorentini e stranieri all’uso dei mezzi pubblici, ripristina­ndo un minimo di educazione civica, cercando di ridare ossigeno ad alcune vie belle, ma avvilite dalla trascurate­zza (via dei Servi, ad esempio, pedonalizz­ata per finta). Ma è urgente anche rivedere il piano complessiv­o della mobilità urbana in vista dell’inaugurazi­one delle nuove linee della tramvia, riaprire la pratica delle piste ciclabili (ma anche del ritorno del popolo delle due ruote al rispetto delle regole di base), produrre ogni sforzi per dotare la città di altri parcheggi, verificare tempi e modi della raccolta dei rifiuti, rivitalizz­are la fascia dei viali (da piazza Oberdan a piazza della Vittoria), maltrattat­a non meno di alcune periferie. È il momento giusto per affermare un modello diverso di città, meno nevrotica e più vivibile. Magari anche per dividersi. Sarà sempre meglio che far finta di marciare uniti, però sotto il tiro del fuoco amico...

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy