Bagno Piero, un blasone senza eccessi Qui è bandito il «briatorismo»
A Forte dei Marmi, nello storico stabilimento amato dagli Agnelli 84 anni di blasone, senza eccessi La selezione la fa il prezzo, ma anche il titolare Roberto Santini: se c’è Moratti, i calciatori li voglio del Milan
Roberto Santini ha 54 anni, tiene un profilo basso e coltiva un sogno: essere considerato il primo bagnino d’Italia. Si schermisce, naturalmente, fedele alla sobrietà che da 84 anni costituisce la tradizione più salda della sua famiglia, da quando i nonni Sebastiano e Siria misero su il Bagno Piero a Forte dei Marmi, oggi tra i più blasonati della Versilia.
«Sono fidanzato, anzi sposato con il mio bagno — racconta — Stiamo assieme 24 ore su 24: lavoro nello stesso luogo dove mangio e dormo». Un’identificazione totale, irrobustita dalla convinzione del valore unico della sua esperienza: «Non aprirò mai un Bagno Piero a Otranto», punzecchia il suo celebre vicino, il Flavio Briatore che ha provato a clonare il Twiga a Otranto, salvo poi tirarsi indietro. «Beninteso — stempera —, sono contento che vengano qui a investire, che la famiglia Barilla abbia acquisito il Bagno Piemonte, che Alessia Berlusconi (figlia di Paolo, ndr) abbia rilevato il Bagno Alcione e che Andrea Bocelli sia divenuto il proprietario dell’Oltremare. Sono un valore aggiunto».
Al Bagno di Santini niente è concesso al briatorismo, quasi che la parola sobrietà fosse sovrapposta, invisibile, a quella verde su sfondo bianco impressa sulla bandiera con la scritta Piero. Certo, il clima risente dello snobismo del Forte. Ma i personaggi fanno parte del paesaggio, ormai passano
Una vita sulla sabbia Sono sposato con il mio bagno. Lavoro nello stesso luogo dove mangio e dormo Il nostro è un prodotto dell’eccellenza italiana
inosservati. Così nessuno si meravigliava quando Umberto Agnelli preferiva un ombrellone in riva al mare alla più confortevole tenda. E nessuno si curava di John Elkann, sedotto dalla spiaggia frequentata dalla moglie Virginia Borromeo fin da piccola. Massimo Moratti, l’ex presidente dell’Inter, poi è una presenza fissa: «Mi sono sempre comportato così. Se vengono i dirigenti dell’Inter, è bene che i giocatori vestano la maglia del Milan», argomenta Santini. Ecco perché, lontani i tempi del calcio giocato, si continuano a vedere Paolo Maldini, Andrea Pirlo, Demetrio Albertini ormai fidelizzati. Se in contemporanea lo stabilimento balneare fosse stato frequentato da Christian Vieri, Ronaldo e Francesco Toldo, il derby si sarebbe trasferito in casa Santini. Disdicevole. Meglio selezionare, allora, gli ospiti illustri, senza che il censo rappresenti l’unico criterio di scelta. Anzi, bisogna variarli, combinarli bene in nome dell’equilibrio e della sobrietà. Per questa ragione poteva capitare, come capitò nel 1993, di vedere Robin Williams giocare in riva al mare con i tre figli Za-
chary (che allora aveva 9 anni), Zelde (3) e Cody Alan (2).
Quando parla di sé e del Bagno Piero, Roberto Santini la butta sullo scherzo. «Andai in Francia a studiare il francese — racconta aggiustandosi i Rayban neri — Mi feci tutte le bettole da Cap d’Antibes a Saint Tropez, tornai in Italia senza aver imparato niente». E l’inglese? «La professoressa Barzella, al liceo, per quattro volte mi rimandò a settembre. Alla fine sapevo tutto di Shakespeare, ma nulla d’inglese». E l’università? «Ci ho litigato». E allora? «Allora ho ripreso da mio padre Gian Piero, classe 1928, capitano di lungo corso, che girò il mondo finendo per conoscere realtà turistiche più evolute della nostra. Quando si fermò, nel 1974, costruì la piscina, la prima di Forte dei Marmi, prendendo spunto da quella del Bagno Nettuno di Viareggio». Ridendo e scherzando, l’uomo che si definisce bagnino pur essendo un imprenditore spiega che la «Bruno sas», di cui è socio accomandatario, dà lavoro a sessanta persone, tra cui 18 assistenti bagnanti, sei addetti all’accoglienza, altrettanti alle pulizie e il resto a fare i cuochi e i camerieri. Per la concessione demaniale — cento metri di fronte mare e una superficie di due ettari compresa l’area piscina — spende poco più di 50.000 euro all’anno. «Assieme ai bagni Annetta e Roma Levante siamo considerati ad alta valenza turistica. Ma non mi lamento. E nemmeno contesto la Bolkestein: mi fido delle istituzioni, hanno tutto l’interesse a salvaguardare la balneazione, un prodotto dell’eccellenza italiana. Come competeremo con il Maghreb o con la Turchia, quando esploderanno turisticamente? Potremo farlo solo con la qualità, non certo per i prezzi».
È vero che al Bagno Piero le tariffe non sono popolari. Una tenda, con annessa cabina, per l’intera stagione, arriva a costare 9000 euro e per la stessa tenda, in questi tempi, si spendono 80 euro al giorno, che raddoppiano in luglio e agosto. «Però guardi anche alla qualità servizi che offriamo, non si fermi alle cifre: dalla piscina
La storia Ho preso l’attività da mio padre, classe 1928, capitano di lungo corso Girò il mondo e quando si fermo nel 1974 costruì la prima piscina del Forte
di acqua di mare agli assistenti bagnanti che garantiscono la sicurezza, dal servizio teli da spiaggia alle tende con sdraio, lettini tavolo…». Dai sei pattini, bisogna aggiungere, tre dei quali dipinti secondo le ispirazioni cromatiche dello stilista inglese Paul Smith, alle cabine, che meritano un discorso a parte. Tutte hanno il tetto in tegole e il terrazzino, alcune risalgono agli anni ’30 e può capitare di usare la cabina che fu di D’Annunzio o di Luchino Visconti. «Il mio commercialista mi consiglia di abbatterle e rifarle nuove ogni tre anni — ammette l’aspirante primo bagnino d’Italia — Ma le cose hanno un’anima e allora, alla fine di ogni stagione, sostituiamo i legni, le riverniciamo. L’unico cruccio è che non possiamo rifare gli assi incrociati dei terrazzini: dovrei appaltare il lavoro all’esterno e non mi piace». Talvolta accade che qualcuno arrivi e chieda se c’è un altro Bagno Piero, immaginandosi che il bagno più blasonato del Forte regali chissà quali effetti speciali. Figuriamoci. Roberto Santini ha persino rinunciato a sopraelevare di due metri l’edificio principale, benché il Comune lo permetta, con l’unico scopo di non rovinare la veduta verso i pini del quartiere di Roma Imperiale e le Apuane.
La sobrietà e il rispetto della tradizione sono una calamita per i personaggi celebri. Robin Williams, al pari di altri, fu attirato anche dalla bellissima spiaggia di sabbia fine. Nel pomeriggio del 2 agosto 1993, reduce dalle riprese di Mrs. Doubtfire, prese a costruire un castello di sabbia sul bagnasciuga assieme a Zachary, Zelda e Cody Alan. Modellava la sabbia e s’inventava le voci dei castellani, passando dal falsetto al baritono. Sì radunò una folla, soprattutto di bambini. Passarono di lì due uomini e uno disse all’altro: «Lo vedi chi è questo qui? È quello che fa Nano Nano», alludendo alla sigla di Mork & Mindy, una situation comedy di cui Williams era protagonista. «Qua la mano, Nano Nano», disse a Robin, stabilendo così che tra Hollywood, la sobria sciccheria del Bagno Piero e il ruspante spirito versiliese poteva esserci un legame.
2. Continua. La puntata sul bagno Canottieri di Rosignano Solvay è stata pubblicata il 4 giugno)