Pupazzi rosa e silenzio per l’addio a Tamara
Nel camposanto c’è una tomba con tanti fiori bianchi, qualche biglietto, nessuna foto. E due iniziali disegnate sul cemento ancora fresco. Il nome di Tamara, la piccola di 18 mesi morta mercoledì scorso a Castelfranco di Sopra dopo essere stata lasciata dalla mamma in automobile, non c’è. Lo hanno deciso i genitori che hanno voluto una cerimonia privata, lontani dagli sguardi indiscreti e al riparo dagli insulti piovuti dai social network, offese su cui la Procura di Arezzo ha aperto un fascicolo.
Ieri, a Terranuova, in molti hanno cercato di depistare i curiosi. Dal municipio, con le bandiere abbrunate, era stata fatta partire la voce che i funerali che si sarebbero svolti in paese nel pomeriggio. Ma all’ora di pranzo, un post su Facebook dal profilo ufficiale del Comune ha avvisato che tutto era già finito: «Informiamo che le esequie della piccola Tamara si sono svolte in forma privata. I familiari ringraziano tutti coloro che le hanno dedicato un pensiero o una preghiera». I funerali, di prima mattina, si sono svolti a Castelfranco di Sopra, in una cerimonia a porte chiuse, «con tanti pupazzi rosa». I genitori hanno scelto di celebrare le esequie nel paese in cui Tamara ha perso la vita. Sotto il Comune con le bandiere listate di nero, proprio dove mercoledì era parcheggiata l’auto della mamma, le bocche sono cucite come cerniere. «I funerali sono stati fatti a Terranuova», dicono anche in chiesa. Ma è la diocesi di Arezzo a confermare indirettamente che la scelta è caduta su Castelfranco: «Non sappiamo dove si siano svolte le esequie — riferiscono — perché sono state fatte nella diocesi di Fiesole, non in quella di Arezzo». Ieri mattina, una volta finita la cerimonia, un piccolissimo corteo funebre si è diretto verso il cimitero: i cancelli sono stati chiusi, perché non ci fossero occhi indiscreti, perché nessuno potesse aggredire una mamma distrutta dal dolore che ha dovuto cancellare il proprio profilo Facebook a causa degli insulti piovuti dalla rete. E a pochi metri dall’ingresso, quel loculo con le iniziali e i fiori bianchi. Per scrivere il nome di Tamara non c’è fretta.