Corriere Fiorentino

Pupazzi rosa e silenzio per l’addio a Tamara

- Giulio Gori

Nel camposanto c’è una tomba con tanti fiori bianchi, qualche biglietto, nessuna foto. E due iniziali disegnate sul cemento ancora fresco. Il nome di Tamara, la piccola di 18 mesi morta mercoledì scorso a Castelfran­co di Sopra dopo essere stata lasciata dalla mamma in automobile, non c’è. Lo hanno deciso i genitori che hanno voluto una cerimonia privata, lontani dagli sguardi indiscreti e al riparo dagli insulti piovuti dai social network, offese su cui la Procura di Arezzo ha aperto un fascicolo.

Ieri, a Terranuova, in molti hanno cercato di depistare i curiosi. Dal municipio, con le bandiere abbrunate, era stata fatta partire la voce che i funerali che si sarebbero svolti in paese nel pomeriggio. Ma all’ora di pranzo, un post su Facebook dal profilo ufficiale del Comune ha avvisato che tutto era già finito: «Informiamo che le esequie della piccola Tamara si sono svolte in forma privata. I familiari ringrazian­o tutti coloro che le hanno dedicato un pensiero o una preghiera». I funerali, di prima mattina, si sono svolti a Castelfran­co di Sopra, in una cerimonia a porte chiuse, «con tanti pupazzi rosa». I genitori hanno scelto di celebrare le esequie nel paese in cui Tamara ha perso la vita. Sotto il Comune con le bandiere listate di nero, proprio dove mercoledì era parcheggia­ta l’auto della mamma, le bocche sono cucite come cerniere. «I funerali sono stati fatti a Terranuova», dicono anche in chiesa. Ma è la diocesi di Arezzo a confermare indirettam­ente che la scelta è caduta su Castelfran­co: «Non sappiamo dove si siano svolte le esequie — riferiscon­o — perché sono state fatte nella diocesi di Fiesole, non in quella di Arezzo». Ieri mattina, una volta finita la cerimonia, un piccolissi­mo corteo funebre si è diretto verso il cimitero: i cancelli sono stati chiusi, perché non ci fossero occhi indiscreti, perché nessuno potesse aggredire una mamma distrutta dal dolore che ha dovuto cancellare il proprio profilo Facebook a causa degli insulti piovuti dalla rete. E a pochi metri dall’ingresso, quel loculo con le iniziali e i fiori bianchi. Per scrivere il nome di Tamara non c’è fretta.

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