Corriere Fiorentino

Isabella, una comica nel gioco delle lingue

- Di Luca Scarlini

«Come pazza se n’andava scorrendo per la cittade, fermando or questo or quello, e parlando ora in spagnuolo, ora in Greco, ora in italiano, e molti altri linguaggi, ma tutti fuor di proposito: e tra le altre cose si mise a parlare francese, e a cantar certe canzonette pure alla francese Si mise poi ad imitare li linguaggi di tutti li suoi comici, che non è possibile il poter con lingua narrare il valore e la virtù di questa donna». Giuseppe Pavoni, poi destinato a svolgere carriera di poeta di corte a Genova, ebbe parole di lode strepitosa per la grande comica Isabella Andreini, padovana per nascita, che il 13 maggio 1589 fu una delle attrazioni principali alle nozze di Ferdinando de Medici con Cristina di Lorena. Il talento istrionico della signora, star della Compagnia dei Gelosi, era tale che l’opera, non scritta per lei, divenne di fatto sua. Una trama esile come un filo: una bella rapita da un uomo che non è quello del suo cuore, diventa folle e poi recupera la ragione per tramite di un’acqua fatata. Un canovaccio che dava alla strepitosa artista il destro di mille invenzioni e rivisitazi­oni. Aminta en travesti, scrisse una pastorale, la Mirtilla, in cui compariva come nella produzione precedente a fianco della sua collega favorita: Vittoria Piissimi. Come la Duse, morì all’estero, a Lione, nel 1604 , molti poeti la compianser­o: la sua storia è ora ricostruit­a nel ricco libro Isabella Andreini. Una letterata in scena, a cura di Carlo Manfio, edito da Il Polifilo.

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