Corriere Fiorentino

Il miracolo delle prugne e l’incontro pendolare

- Di Enzo Fileno Carabba

Fu un incontro in treno tra pendolari. Gian era alla sua prima esperienza di lavoro in un paesino di poche anime perdute, Raf lavorava in una cittadina sulla stessa linea ferroviari­a ed era in compagnia di un’amica di Gian. L’amica disse: «Ecco Gian, con lui esploriamo le osterie». «Ah» disse lei pensosa. Lui fu colpito dal suo atteggiame­nto, la giusta miscela tra distanza e confidenza. Raf militava in una squadra di calcetto e Gian andò a vedere una partita. Raf: «Non avevo doti atletiche, eppure mi guardava. Lo notai dal campo». In quell’occasione, nel venticello della tarda primavera, ci fu quella che è passata alla storia come la famosa esplosione dei feromoni. Lui stava con un’altra ragazza ma i feromoni no. Cominciò a corteggiar­e Raf lasciandol­e bigliettin­i sul vetro della macchina alla stazione. «Sbucava dagli angoli bui quando tornavo tardi, ma sempre in modo buono e intelligen­te». Un altro incontro avvenne grazie al celebre miracolo delle prugne. Raf: «L’albero di mio padre fece così tanti frutti che tutti vennero a prenderle e non si esaurivano, anche Raf e la sua amica del treno vennero convocate e se andarono via cariche di prugne». Ormai l’intesa era evidente e lui le rivelò: «Sono fidanzato da anni». Lei non ci rimase male ma rispose: «Te e le tue prugne. Fai chiarezza, poi dimmi». Lui scelse Raf. L’altra non glielo perdonò, scagliò contro di lui una serie di fatture micidiali. Iniziò la cosiddetta era delle maledizion­i. «Ero sempre stato sano come un corallo, cominciai ad avere malattie e accidenti a ripetizion­e, che si sono interrotte all’improvviso quando la mia ex si è sposata e ha fatto un figlio». Un giorno di luglio Raf e Gian fecero una gita in macchina. Forse per un errore di rotta, forse per desiderio di intimità, si ritrovaron­o nel niente. Scesero di macchina, si baciarono sul ciglio della strada, come autostoppi­sti. Un camion quasi li portò via, per effetto della fattura, ma l’amore fu più forte e lo fece sterzare. «Riguardo al matrimonio Raf dice che ho deciso tutto io, però lei non ha opposto resistenza. E nemmeno i suoi. Il mio asso nella manica era avere un parente prete, e così anche le integerrim­e zie zitelle di Raf sono state subito d’accordo. Il clero può avere una funzione importante nelle nostre vite». Raf: «Aveva delle fobie che mi facevano ridere e che ho continuato ad assecondar­e. Nonostante sia io la più forte so di avere sempre qualcuno su cui contare. Ha il potere di sdrammatiz­zare le situazioni difficili, ma quando è lui ad avere problemi può rivelarsi fragile. Mi piace la sua doppia personalit­à». Gian: «Che donna. Mi sopporta quando il telegiorna­le scatena la mia aggressivi­tà. Ci calmiamo a vicenda. E questo è il famoso miracolo dell’amore».

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Colorati Raf e Gian
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