Il miracolo delle prugne e l’incontro pendolare
Fu un incontro in treno tra pendolari. Gian era alla sua prima esperienza di lavoro in un paesino di poche anime perdute, Raf lavorava in una cittadina sulla stessa linea ferroviaria ed era in compagnia di un’amica di Gian. L’amica disse: «Ecco Gian, con lui esploriamo le osterie». «Ah» disse lei pensosa. Lui fu colpito dal suo atteggiamento, la giusta miscela tra distanza e confidenza. Raf militava in una squadra di calcetto e Gian andò a vedere una partita. Raf: «Non avevo doti atletiche, eppure mi guardava. Lo notai dal campo». In quell’occasione, nel venticello della tarda primavera, ci fu quella che è passata alla storia come la famosa esplosione dei feromoni. Lui stava con un’altra ragazza ma i feromoni no. Cominciò a corteggiare Raf lasciandole bigliettini sul vetro della macchina alla stazione. «Sbucava dagli angoli bui quando tornavo tardi, ma sempre in modo buono e intelligente». Un altro incontro avvenne grazie al celebre miracolo delle prugne. Raf: «L’albero di mio padre fece così tanti frutti che tutti vennero a prenderle e non si esaurivano, anche Raf e la sua amica del treno vennero convocate e se andarono via cariche di prugne». Ormai l’intesa era evidente e lui le rivelò: «Sono fidanzato da anni». Lei non ci rimase male ma rispose: «Te e le tue prugne. Fai chiarezza, poi dimmi». Lui scelse Raf. L’altra non glielo perdonò, scagliò contro di lui una serie di fatture micidiali. Iniziò la cosiddetta era delle maledizioni. «Ero sempre stato sano come un corallo, cominciai ad avere malattie e accidenti a ripetizione, che si sono interrotte all’improvviso quando la mia ex si è sposata e ha fatto un figlio». Un giorno di luglio Raf e Gian fecero una gita in macchina. Forse per un errore di rotta, forse per desiderio di intimità, si ritrovarono nel niente. Scesero di macchina, si baciarono sul ciglio della strada, come autostoppisti. Un camion quasi li portò via, per effetto della fattura, ma l’amore fu più forte e lo fece sterzare. «Riguardo al matrimonio Raf dice che ho deciso tutto io, però lei non ha opposto resistenza. E nemmeno i suoi. Il mio asso nella manica era avere un parente prete, e così anche le integerrime zie zitelle di Raf sono state subito d’accordo. Il clero può avere una funzione importante nelle nostre vite». Raf: «Aveva delle fobie che mi facevano ridere e che ho continuato ad assecondare. Nonostante sia io la più forte so di avere sempre qualcuno su cui contare. Ha il potere di sdrammatizzare le situazioni difficili, ma quando è lui ad avere problemi può rivelarsi fragile. Mi piace la sua doppia personalità». Gian: «Che donna. Mi sopporta quando il telegiornale scatena la mia aggressività. Ci calmiamo a vicenda. E questo è il famoso miracolo dell’amore».