La Madonna da toccare nel museo del Duomo
Un itinerario tattile per gli ipovedenti ma non solo
Se l’istinto, osservando una scultura, è quello di allungare la mano e sfiorarla con le dita, questa volta non ci si dovrà trattenere, anche se siamo all’interno di un museo: l’opera si può toccare, eccome. Nel «Grande Museo del Duomo di Firenze» otto capolavori d’arte sono stati riprodotti a grandezza naturale e in formato tattile: il nuovo percorso «TouchAble» (le parole in lingua inglese able e touch, «abile al tatto», vogliono porre l’accento sull’abilità e non sulla disabilità), è pensato non solo per i non vedenti e per gli ipovedenti ma anche per chi vuole avvicinarsi alle opere con l’ausilio di altri sensi, oltre a quello della vista.
«Questa iniziativa per l’Opera di Santa Maria del Fiore rappresenta l’inizio di un cammino volto a condividere, attraverso l’inclusione, le nostre bellezze con la collettività e con il territorio in modo da aumentarne l’impatto in termine di “ben – essere” — spiega presentando le opere il presidente Luca Bagnoli —. Questo percorso è un’opportunità e lo è per tutti. Anche l’artista quando fa l’opera la plasma, così poterla toccare vuol dire condividerne un po’ con lui la realizzazione».
L’idea di un itinerario tattile è nata con l’apertura del nuovo Museo alla fine del 2015, e per realizzarla ci è voluto un anno di ricerche e sperimentazioni. Il percorso è fatto non di semplici miniature in rilievo ma di otto repliche di opere, realizzate da maestri artigiani e scultori, nelle dimensioni e nei materiali il più possibile uguali agli originali: due formelle in bronzo della Porta Nord e della Porta del Paradiso del Battistero — l’Annunciazione e la Creazione, il Peccato Originale di Lorenzo Ghiberti, la Madonna dagli Occhi di Vetro di Arnolfo di Cambio (in resina effetto marmo), la Maddalena di Donatello, in resina effetto legno, la Pietà di Michelangelo e il particolare dei visi di Cristo, Maria e Nicodemo, la Scultura di Andrea Pisano per il Campanile di Giotto e i Suonatori di tromba dalla Cantoria di Luca della Robbia (in marmorino). «La scultura vera, importante, deve essere toccata, e ora questo diventa possibile non solo per i non-vedenti ma anche per tutti i visitatori» afferma il direttore del museo dell’Opera del Duomo Timothy Verdon. Le opere tattili incuriosiscono: non è insolito notare in giro per il museo persone che provano a toccarle, soprattutto, ovviamente, i bambini.
Il nuovo percorso, fatto in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della Regione Toscana, presenta anche una parte informativa con 7 steli poste in corrispondenza di luoghi caratteristici del complesso monumentale del Duomo di Firenze, con immagini grafiche e tattili dei monumenti, testi ingranditi per ipovedenti e in Braille e un modellino di legno in scala 1:200.
Il presidente Bagnoli «Poter conoscere le opere con le mani ci fa condividere con l’autore la loro realizzazione»