La prima volta di Artusi messere «Che brividi»
«Or con tua licenza, ordin darò che sia sgombro il campo e inizi la contesa». La voce del Cacio Storico si rivolge al Magnifico Messere, che dà l’assenso per far uscire dal sabbione di Santa Croce tutti i figuranti del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina per dare inizio alla partita. Stavolta il Magnifico Messere, colui al quale è dedicata la partita, è Luciano Artusi, 85 anni portati con garbo ed eleganza, storico ed esperto della tradizione fiorentina. E quando sente quelle parole, quasi si mette a piangere. «Ho sentito i brividi, è stato un onore essere il Magnifico Messere. Lo è stato ancor di più perché mi è stato chiesto a furor di popolo». Ricoprire questo ruolo, secondo la tradizione, è un vero tributo da parte di tutta la città. Lo è soprattutto per Artusi, che ha Firenze nel sangue. Dal 1960 Artusi ha interpretato il saluto alla voce, dirigendo il Corteo Storico. Poi l’addio due anni fa. Dopo anni dentro al campo, «adesso una nuova grande emozione vissuta fuori dal campo, sulle tribune, emozionante allo stesso modo perché il Calcio Storico incarna la tradizione della mia città». Una città da cui si allontana sempre a malincuore. «Ogni volta che vado in vacanza, non vedo l’ora di tornare a casa, sento nostalgia della mia Firenze».Tutti salutano l’Artusi, da quando parte insieme al Corteo in Santa Maria Novella fino agli spalti di Santa Croce. Qualcuno gli chiede l’autografo. E lui firma, sempre con gli occhi lucidi e riconoscenti, elegantissimo, l’abito blu e la camicia a righe. Ricambia l’affetto scrivendo libri su Firenze. Ne ha scritti già settanta. «Mi alzo la mattina alle 5, vado nella mia mansarda e comincio a scrivere». Anche ieri mattina, prima della giornata che lo ha visto protagonista.