Corriere Fiorentino

Strappi, intese precarie Tutti i circoli del Pd a rapporto da Renzi

- Marzio Fatucchi

Dario Parrini e Matteo Renzi in appoggio alla corsa di Enrico Rossi per la regionali

A leggere i flussi elettorali, al momento il vero nemico del Pd e del centrosini­stra si chiama astensione. Anche per i «compagni di viaggio» del Pd, o almeno quelli che hanno scelto di esserlo. E questo deve davvero far paura se una riunione, già programmat­a, ma convocata proprio ieri per oggi a Firenze a «Vie Nuove», porterà tutti i segretari di circolo toscani del Pd a confrontar­si con Matteo Renzi. «Per l’organizzaz­ione», la versione ufficiale. Ma sarà anche un’occasione buona per provare a dare una scossa al partito in vista dei ballottagg­i. I dati assoluti dei voti per i democratic­i dicono che a Pistoia si sono persi per strada 4 mila elettori, la metà (per la spaccatura tra i dem) a Carrara. A Lucca, dove invece il voto per il partito è rimasto stabile, le liste a sostegno del candidato Pd hanno perso consensi importanti, anche quelle di «sinistra» in cui, con una geometria variabile, si sono collocati (sia a sostegno di candidati dem che contro) esponenti di Mdp, Sinistra italiana ed altre liste civiche.Bisogna però fare un passo indietro per capire come si sia arrivati a questo punto e cosa potrebbe significar­e per il futuro, non dimentican­dosi, come peraltro hanno fatto a lungo gli esponenti dem, che queste sono elezioni con dinamiche locali. Fino al referendum, la strategia Pd era per un partito a vocazione maggiorita­ria, quasi solitaria. La caduta delle riforme hanno spinto i democratic­i toscani a non cercare lo scontro con le altre componenti del partito (o ex) e a cercare possibili alleati praticamen­te ovunque nei Comuni più grandi. L’incostituz­ionalità dell’Italicum, il fallimento dell’accordo con M5S e Forza Italia per una nuova legge elettorale hanno complicato il quadro. In tutto questo, se il Pd mantiene percentual­i ancora solide, il fronte a sinistra si è invece «spacchetta­to», in attesa di capire il punto di caduta tra i vari progetti (forza o lista unica, Pisapia, appello di Montanari e Falcone etc), ma perdendo forza.

Antonio Mazzeo (vicesegret­ario Pd) salva il salvabile di questo primo turno. «In Toscana il Pd resta la forza principale: andavano al voto 6 Comuni sopra i 15 mila abitanti: a Reggello, Quarrata e Camaiore, dove la partita era complicati­ssima, abbiamo vinto al primo turno mentre negli altri tre ci aspetta adesso il ballottagg­io». Ma quando Mazzeo, «amareggiat­o», lancia un appello al «fronte comune» contro le destre «e a forze eversive come Casapound», chi è memore dell’analogo appello fatto a Cascina contro la Lega solo un anno fa, tra i dem, probabilme­nte sente scorrere un brivido lungo la schiena.

Gli fa eco Serena Spinelli di Articolo 1-Mdp: «Preoccupia­moci delle destre, L’affluenza continua a calare, le nostre comunità si allontano dalla partecipaz­ione, svelando rassegnazi­one». «Quando ci si divide si è sempre più deboli», aggiunge Mazzeo. Che, anche lui, ha fatto un po’ di conti: il Pd potrebbe non arrivare più a «soglia 40» in Toscana da solo. È la soglia sotto la quale, anche per le regionali, scatta il ballottagg­io. E tra fratture vecchie e probabili attriti futuri con i «compagni di viaggio», il rischio che anche la Toscana diventi contendibi­le è uno scenario che inquieta il Pd toscano. Silvio Berlusconi con Stefano Mugnai, alla sua destra, e Remo Santini al territorio che al palazzo. Dei 33 Comuni chiamati al voto, il centrodest­ra perde Marciana Marina e Zeri, conferma Porto Azzurro ed espugna Licciana Nardi, Campagnati­co, Manciano, Campo nell’Elba, Riparbella, Abetone-Cutigliano, Monticiano e, forse il caso più clamoroso, Serravalle Pistoiese. «Il risultato al primo turno è già magnifico

 Mazzeo (Pd) Ora fronte comune contro le destre e le forze eversive. Restiamo la forza principale

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