Tambellini ha perso un voto su 2 Lucca, ora è caccia porta a porta
Il rivale Santini: «Togliamo il Comune al controllo di Firenze, com’è successo con il Pd»
Il giorno dopo i risultati del voto amministrativo, a Lucca uno dei grandi protagonisti è il dato dell’astensione: 49,35 per cento, meno di un elettore su due, il più basso delle città toscane. Per spiegare la disaffezione, almeno in parte, si possono prendere i numeri dello studio sui flussi elettorali realizzato da Marco Valbruzzi per l’Istituto Cattaneo: solo il 56 per cento degli elettori che avevano votato per Alessandro Tambellini alle elezioni comunali del 2012 gli ha ribadito la propria fiducia domenica scorsa. I dati dell’istituto dicono però anche altro: il sindaco uscente è andato a pescare preferenze fra coloro che 5 anni fa avevano scelto i suoi principali avversari provenienti da ambienti del centrodestra quali Pietro Fazzi (il 7,98 per cento), Mauro Favilla (38,32 per cento) e Luca Leone (11,24 per cento). Ma dei voti assegnati a Tambellini nel 2012, il 13,64 sarebbe passato al candidato di centrodestra e suo avversario al ballottaggio di domenica 25 giugno, Remo Santini. Non solo: l’86% dei voti della sinistra alle Politiche del 2013 sono tornati, mentre sempre rispetto a 4 anni fa si è astenuto il 60% di chi aveva votato Pd.
E proprio sul fronte dell’astensione e del recupero dei voti Tambellini e Santini hanno ripreso in pieno la propria attività elettorale. «Bisogna tornare a dare attenzione alle periferie — afferma Tambellini — che non abbiamo mai snobbato ma per le quali restano da compiere alcuni interventi programmati da tempo, ma sinora non realizzati. Penso ad esempio alla zona del Morianese e all’area che gravita attorno alla via per Camaiore, ma il ragionamento è di carattere generale». Il sindaco uscente critica poi i militanti lucchesi di Casapound che lunedì, nel festeggiare il terzo posto raggiunto dal loro candidato Fabio Barsanti, si sarebbero «lasciati andare — dice Tambellini — a manifestazioni dove fra l’altro è stato alzato il braccio secondo le modalità fasciste, il che appare intollerabile. Questa non può considerarsi una ragazzata, ma è un’espressione di appartenenza contraria ai principii costituzionali. Ciò che tanto vistosamente appartiene al fascismo non vogliamo vederlo nella nostra città».
Parole queste che arrivano all’indomani dell’appello lanciato dal candidato Pd che — rivolgendosi ai cittadini lucchesi — li ha esortati a respingere l’assalto della destra. E verso il ballottaggio su quali voti pensa di poter contare l’ex sindaco? «Credo che un dialogo sia possibile soprattutto con Donatella Buonriposi e Marina Manfrotto, ma vediamo. Matteo Garzella (uscito dal Pd per correre da solo, ndr)? Credo proprio di no».
Sull’altra sponda Remo Santini (leader di un movimento civico sostenuto da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia) ha il morale alto dopo l’ottimo risultato al primo turno con il 35 per cento delle preferenze (contro il 37,5 per cento di Tambellini). «Il nostro obiettivo — dice — è quello di intercettare porta a porta i voti di coloro che domenica scorsa hanno scelto altri candidati. Per questo, ribadendo il nostro no ad apparentamenti, siamo pronti a dialogare sui contenuti con tutti, con l’intento di trovare punti e temi condivisi che possano integrare il nostro programma. Gli astensionisti? Credo che chi è rimasto a casa lo abbia fatto soprattutto per sfiducia, in larga parte verso l’amministrazione uscente, ma anche perché non credeva che potessimo vincere. L’occasione adesso però è concreta: chi si riconosce in noi si rechi alle urne il 25 giugno. Abbiamo tutte le carte in regole per prendere la guida del Comune e toglierlo dal controllo di Firenze come accaduto col Pd». Si parla del ritorno in città di Matteo Salvini; escluso invece l’arrivo di Silvio Berlusconi.