Roland, lo scrocco è finito. In carcere
Ancora due birre sottratte in un market e per il tedesco scatta l’arresto: presto il processo
Il tedesco Roland, arrestato e in carcere
È finita male l’ultima impresa di Roland. Lo scroccone tedesco, martedì sera, ha rubato due lattine di birra in un minimarket in via dell’Oriuolo ma quando è stato sorpreso ha preso a pugni il proprietario. L’arrivo dei carabinieri ha evitato il peggio.
Roland è stato arrestato per tentata rapina e lesioni. Per lui, ieri pomeriggio, il giudice Gaetano Magnelli ha convalidato l’arresto e disposto la misura in carcere. A Sollicciano dovrà rimanere almeno fino all’inizio del processo, il prossimo 29 luglio. Il commerciante pakistano se l’è cavata con qualche contusione: secondo i sanitari guarirà in sette giorni.
T-shirt blu e jeans, barba curata: così si è presentato ieri mattina Roland, accanto al suo difensore Guido Pasquetti, nell’aula 4 del palazzo di giustizia all’udienza di convalida. Quando il giudice gli ha chiesto perché avesse trafugato le due lattine per nasconderle nelle tasche dei pantaloni è rimasto in silenzio. Poi ha sussurrato frasi senza senso: «Sono sposato con la chiesa cattolica. L’Italia mi deve dei soldi».
Il trentaseienne tedesco nelle ultime due settimane è diventato l’incubo dei ristoratori fiorentini. Grazie alla tecnica collaudata ha mangiato e bevuto senza sborsare un centesimo, litigando con camerieri e baristi. È andato avanti così per giorni incurante delle dodici denunce per insolvenza fraudolenta e di due arresti. Ha continuato imperterrito a frequentare pub e ristoranti anche dopo il divieto di dimora in Toscana che il tribunale di Firenze gli ha imposto. Sabato scorso si era seduto al tavolino del bar Giacosa Cavalli e ha consumato sette birre, un toast e un tramezzino. Conto: 62 euro. Ha iniziato a urlare e si è rifiutato di pagare: «Sono tedesco tocca agli italiani».
La scena si era ripetuta qualche giorno prima in un ristorante in piazza San Firenze. Dopo un primo e un secondo innaffiati una bottiglia di chianti è arrivato il conto (57 euro). Roland non ha proferito parola, ma ha consegnato un biglietto al cameriere: «Mandate il conto a casa mia, in Germania».
Davanti al giudice «Sono sposato con la chiesa cattolica Quindi l’Italia mi deve dei soldi»