Pera: io vedo troppa destra nel successo del centrodestra
L’ex presidente del Senato sulle elezioni comunali: «Coalizione trainata da Lega e FdI»
«Ho un’idea per far fronte all’astensionismo, almeno a Lucca. Accorpiamo il Summer Festival alle elezioni comunali, abbinando al biglietto a pagamento un altro gratis per votare, visto che ai concerti va più del doppio della gente che è stata a votare domenica scorsa...». Marcello Pera, presidente del Senato dal 2001 al 2006, ex Forza Italia, prova a sdrammatizzare. Ma da toscano e da lucchese, si dice «molto preoccupato» per la bassa partecipazione al primo turno delle Amministrative: 49,3% a Lucca, 55,6% a Pistoia, 56,7% in Toscana, oltre quattro punti in meno rispetto alla media nazionale. «Questa disaffezione — dice Pera — è l’effetto delle due rivoluzioni mancate, quella promessa da Berlusconi e quella di Renzi».
Presidente Pera, però almeno di un dato sarà soddisfatto, da uomo di centrodestra: Lucca e Pistoia al ballottaggio con un centrosinistra in evidente difficoltà, nove Comuni più piccoli che vanno alla coalizione del centrodestra ....
«Non sono affatto contento perché questo è il centrodestra con Salvini e Meloni e io pensavo che quella fase fosse superata. Invece sta avendo ragione il governatore della Liguria Giovanni Toti, fautore dell’alleanza e poi del partito unico con Lega Nord e Fratelli d’Italia. Detto questo, non credo che Berlusconi sia contento del quadro che esce dal primo turno di queste Amministrative». Ha parlato con il Cavaliere? «No, no».
Però il centrodestra in Toscana è diventato finalmente competitivo: un anno fa le vittorie a Grosseto, Cascina e Montevarchi, ora Pistoia e Lucca contendibili.
«È vero che il centrodestra può superare il Pd, ma in discesa: calano entrambi, ma i Democratici di più. Però...».
È un caso che il centrodestra abbia iniziato a vincere dopo l’addio di Denis Verdini a Forza Italia?
«È vero. Ma Verdini faceva quel che diceva Berlusconi: era un eccellente esecutore delle strategie del Cavaliere. Però per favore mi lasci finire il discorso sul centrodestra di oggi». Prego. «L’altro dato delle Amministrative è che questo centrodestra non riesce a riprendere i voti del vecchio centrodestra, quelli dei moderati e dei liberali. E infatti Forza Italia a Lucca e anche in altre zone del Paese è al 9%».
E dove sono finiti questi elettori persi?
«A Lucca e credo anche altrove restano a casa, perché non si sentono rappresentati. L’astensionismo non dipende né dal mare né dal caldo, ma dal fatto che l’offerta politica non soddisfa gli elettori».
A Lucca il candidato di centrodestra Remo Santini ha puntato sulle liste civiche e il risultato gli dà ragione. Può essere un modello anche per altri?
«Ma anche lui è prigioniero di quel centrodestra lì, il centrodestra-destra... E anche le liste civiche rientrano in questo schema. Il risultato elettorale è a suo favore, ma politicamente questo quadro gli creerà problemi».
CasaPound ha preso l’8%. Non lo trova preoccupante?
«Non mi metto a gridare all’antifascismo, se è questo che mi chiede. Perché il punto è un altro: i Cinque Stelle a Lucca sono scomparsi e la protesta ha trovato un altro indirizzo. La cosa preoccupante è che i cittadini disillusi si sono affidati al primo urlatore».
Il sindaco uscente e candidato Pd Alessandro Tambellini ha definito intollerabili i festeggiamenti di CasaPound in piazza San Frediano.
«Tambellini cerca di giocare la carta del Fronte Repubblicano per unire tutto il centrosinistra, ma francamente non vedo un rischio fascista né a Lucca né in Toscana».
Lei ha appoggiato Matteo Garzella, il fuoriuscito dal Pd che si è fermato al 4%. Come gli consiglierà di votare al ballottaggio?
«Ci parlerò e vedremo. Quel che è certo è che, al di là di queste elezioni, ora persone come Garzella dovranno decidere se collaborare o meno alla costruzione di una formazione politica che aspiri a rappresentare i delusi dalle due rivoluzioni mancate, quella berlusconiana e quella renziana».
Lei vede uno spazio per questo quarto polo?
«Effettivamente ci sono troppi capponi che se ne contendono la guida. Ma guardi che io non sto parlando della sommatoria di partitini in cerca di una scialuppa di salvataggio, bensì dei milioni di voti di liberali e moderati. C’è un Paese che vuole essere guidato e chiede una svolta, ma non trova sbocchi politici».
Ma per rappresentare queste persone serve un leader, che al momento non si vede.
«Stefano Parisi potrebbe esserlo, ma negli altri esponenti del centrodestra non vedo la volontà di fare un passo indietro. Poi lui ha commesso due errori: ha votato no al referendum di dicembre e ha pensato che Berlusconi gli avrebbe lasciato la guida di Forza Italia. Bastava che mi facesse una telefonata: gli avrei spiegato che non sarebbe mai successo». Come finisce a Lucca? «Tambellini ha già fatto il pieno al primo turno e oltre a quello non può andare. È piazzato meglio Santini».
L’astensione, Berlusconi e Renzi La disaffezione degli elettori è l’effetto delle due rivoluzioni mancate, quella berlusconiana e quella renziana A restare a casa sono stati i moderati e i liberali, che chiedevano una svolta e adesso non si sentono rappresentati