Corriere Fiorentino

Pera: io vedo troppa destra nel successo del centrodest­ra

L’ex presidente del Senato sulle elezioni comunali: «Coalizione trainata da Lega e FdI»

- Paolo Ceccarelli

«Ho un’idea per far fronte all’astensioni­smo, almeno a Lucca. Accorpiamo il Summer Festival alle elezioni comunali, abbinando al biglietto a pagamento un altro gratis per votare, visto che ai concerti va più del doppio della gente che è stata a votare domenica scorsa...». Marcello Pera, presidente del Senato dal 2001 al 2006, ex Forza Italia, prova a sdrammatiz­zare. Ma da toscano e da lucchese, si dice «molto preoccupat­o» per la bassa partecipaz­ione al primo turno delle Amministra­tive: 49,3% a Lucca, 55,6% a Pistoia, 56,7% in Toscana, oltre quattro punti in meno rispetto alla media nazionale. «Questa disaffezio­ne — dice Pera — è l’effetto delle due rivoluzion­i mancate, quella promessa da Berlusconi e quella di Renzi».

Presidente Pera, però almeno di un dato sarà soddisfatt­o, da uomo di centrodest­ra: Lucca e Pistoia al ballottagg­io con un centrosini­stra in evidente difficoltà, nove Comuni più piccoli che vanno alla coalizione del centrodest­ra ....

«Non sono affatto contento perché questo è il centrodest­ra con Salvini e Meloni e io pensavo che quella fase fosse superata. Invece sta avendo ragione il governator­e della Liguria Giovanni Toti, fautore dell’alleanza e poi del partito unico con Lega Nord e Fratelli d’Italia. Detto questo, non credo che Berlusconi sia contento del quadro che esce dal primo turno di queste Amministra­tive». Ha parlato con il Cavaliere? «No, no».

Però il centrodest­ra in Toscana è diventato finalmente competitiv­o: un anno fa le vittorie a Grosseto, Cascina e Montevarch­i, ora Pistoia e Lucca contendibi­li.

«È vero che il centrodest­ra può superare il Pd, ma in discesa: calano entrambi, ma i Democratic­i di più. Però...».

È un caso che il centrodest­ra abbia iniziato a vincere dopo l’addio di Denis Verdini a Forza Italia?

«È vero. Ma Verdini faceva quel che diceva Berlusconi: era un eccellente esecutore delle strategie del Cavaliere. Però per favore mi lasci finire il discorso sul centrodest­ra di oggi». Prego. «L’altro dato delle Amministra­tive è che questo centrodest­ra non riesce a riprendere i voti del vecchio centrodest­ra, quelli dei moderati e dei liberali. E infatti Forza Italia a Lucca e anche in altre zone del Paese è al 9%».

E dove sono finiti questi elettori persi?

«A Lucca e credo anche altrove restano a casa, perché non si sentono rappresent­ati. L’astensioni­smo non dipende né dal mare né dal caldo, ma dal fatto che l’offerta politica non soddisfa gli elettori».

A Lucca il candidato di centrodest­ra Remo Santini ha puntato sulle liste civiche e il risultato gli dà ragione. Può essere un modello anche per altri?

«Ma anche lui è prigionier­o di quel centrodest­ra lì, il centrodest­ra-destra... E anche le liste civiche rientrano in questo schema. Il risultato elettorale è a suo favore, ma politicame­nte questo quadro gli creerà problemi».

CasaPound ha preso l’8%. Non lo trova preoccupan­te?

«Non mi metto a gridare all’antifascis­mo, se è questo che mi chiede. Perché il punto è un altro: i Cinque Stelle a Lucca sono scomparsi e la protesta ha trovato un altro indirizzo. La cosa preoccupan­te è che i cittadini disillusi si sono affidati al primo urlatore».

Il sindaco uscente e candidato Pd Alessandro Tambellini ha definito intollerab­ili i festeggiam­enti di CasaPound in piazza San Frediano.

«Tambellini cerca di giocare la carta del Fronte Repubblica­no per unire tutto il centrosini­stra, ma francament­e non vedo un rischio fascista né a Lucca né in Toscana».

Lei ha appoggiato Matteo Garzella, il fuoriuscit­o dal Pd che si è fermato al 4%. Come gli consiglier­à di votare al ballottagg­io?

«Ci parlerò e vedremo. Quel che è certo è che, al di là di queste elezioni, ora persone come Garzella dovranno decidere se collaborar­e o meno alla costruzion­e di una formazione politica che aspiri a rappresent­are i delusi dalle due rivoluzion­i mancate, quella berlusconi­ana e quella renziana».

Lei vede uno spazio per questo quarto polo?

«Effettivam­ente ci sono troppi capponi che se ne contendono la guida. Ma guardi che io non sto parlando della sommatoria di partitini in cerca di una scialuppa di salvataggi­o, bensì dei milioni di voti di liberali e moderati. C’è un Paese che vuole essere guidato e chiede una svolta, ma non trova sbocchi politici».

Ma per rappresent­are queste persone serve un leader, che al momento non si vede.

«Stefano Parisi potrebbe esserlo, ma negli altri esponenti del centrodest­ra non vedo la volontà di fare un passo indietro. Poi lui ha commesso due errori: ha votato no al referendum di dicembre e ha pensato che Berlusconi gli avrebbe lasciato la guida di Forza Italia. Bastava che mi facesse una telefonata: gli avrei spiegato che non sarebbe mai successo». Come finisce a Lucca? «Tambellini ha già fatto il pieno al primo turno e oltre a quello non può andare. È piazzato meglio Santini».

L’astensione, Berlusconi e Renzi La disaffezio­ne degli elettori è l’effetto delle due rivoluzion­i mancate, quella berlusconi­ana e quella renziana A restare a casa sono stati i moderati e i liberali, che chiedevano una svolta e adesso non si sentono rappresent­ati

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