Corriere Fiorentino

Pino, addio bancone «Dopo 45 anni di caffè e cortesia»

- Ivana Zuliani

Per 45 anni ogni mattina alle 6.30, puntuale, lo potevi trovare dietro il bancone del Curtatone a preparare il caffè ai primi clienti della giornata. Dopo quasi mezzo secolo di «onorato servizio» Giuseppe Gammino, lo storico barman di Borgo Ognissanti, va in pensione. Portando con sé i ricordi di una vita di lavoro e di un quartiere. «Qui nel Borgo tutti mi conoscono ma ci sono anche fiorentini che vengono di proposito al Curtatone: questo è il più bel bar di Firenze con una pasticceri­a che non ha eguali» afferma con orgoglio. «Quando era ancora aperta la facoltà di Economia e Commercio quanta gente è passata davanti a una mia tazzina di caffè» racconta Pino, il nome con cui da queste parti lo conoscono tutti. «Poi è arrivato il Polimoda. Ci sono stranieri che ancora mi scrivono per ringraziar­mi di come sono stati serviti. Una coppia francese mi ha citato persino in un libro». Tra i clienti a cui ha servito un caffè ci sono Ferruccio Ferragamo, che «mi regalò dei pupazzi per i miei bambini», personaggi dello spettacolo e del cinema, da Pippo Baudo a Renato Zero, da Alessandro Gassman a Pupo e i toscani Pieraccion­i, Conti e Panariello «sempre pronti alla battuta e a un compliment­o». Pino è arrivato a Firenze da Palermo appena diciottenn­e, nel 1970 e nel 1972 ha iniziato a lavorare al Curtatone, che allora era della famiglia Alberi. Il bar ha cambiato proprietà, ma lui è sempre rimasto lì, ogni giorno, dalle 6 alle 16, il sabato libero. «Preparare una tazzina di caffè — spiega per l’ultima volta dietro a quel bancone — è un’arte e si impara con il tempo, poi la velocità del servizio è indispensa­bile». Ed è questo il testimone che passa a Irina (nella foto sopra insieme a lui), che da qualche giorno ha preso il suo posto. «Ora è giusto che mi dedichi alla mia famiglia» conclude con un po’ di malinconia. «Pino è un uomo normale, che ha dedicato la sua vita a un mestiere, quello del barman, con onestà, profession­alità e impegno» racconta Fabrizio Carabba, presidente dell’associazio­ne Borgogniss­anti, impegnata a preservare l’identità di questa parte di città, anch’essa esposta come tutto il centro all’assalto del turismo. La voglia di restare se stessi però c’è, eccome: «Così è Borgo Ognissanti — conclude Carabba — un microcosmo dove tutti ci conosciamo, dove tutti partecipia­mo alle gioie e ai dolori di ognuno di noi, ancora una delle poche realtà cittadine dove a nessuno si nega un sorriso e un buongiorno». E’ la legge di Pino.

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Pino, storico barista del Curtatone insieme all’«erede« Irina

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