Corriere Fiorentino

Teatro della Toscana, una stagione di stelle

Il via con Lavia alla Pergola. Positivo il primo triennio

- Marco Luceri

Tre anni dopo la riforma che ha ridisegnat­o l’assetto del teatro di prosa, il Teatro Nazionale della Toscana è al giro di boa. La sfida che ha di fronte la rete regionale dei teatri — che comprende Pergola e Niccolini a Firenze, il Teatro Studio di Scandicci e il Teatro Era di Pontedera — non è di poco conto, ma il direttore Marco Giorgetti mostra ottimismo, forte di numeri: «Nel triennio 92 coproduzio­ni, quasi 1.000 giorni di giornate recitative, più di 250 mila presenze, 16 mila abbonament­i venduti. Siamo ora all’inizio di un nuovo ciclo e saremo chiamati a mettere a frutto il buon lavoro fatto in questi anni, in cui abbiamo coniugato innovazion­e e tradizione, facendo crescere tantissimo la capacità produttiva e puntando molto sulla formazione dei giovani».

Guardando al programma della Pergola presentato ieri, dei 32 spettacoli la parte del leone la fa la drammaturg­ia di tradizione, ben supportata da Gabriele Lavia, che inaugura la stagione (il 14 novembre) con un recital da Jacques Prévert, I ragazzi che si amano, mentre a gennaio proporrà (prima a Pontedera, poi a Firenze) Il padre di Strindberg. Lavia si è poi rivolto al sindaco Dario Nardella, chiedendo aiuto per mettere in scena una tragedia greca tradotta dai ragazzi dei licei classici fiorentini. Da repertorio classico sono anche Zio Vanja di Cechov con Vinicio Marchioni, i pirandelli­ani Il piacere dell’onestà diretto da Liliana Cavani ed Enrico IV con Carlo Cecchi, e poi Finale di partita di Beckett con Glauco Mauri e Vetri rotti di Miller con Elena Sofia Ricci e Gianmarco Tognazzi, il dostoevski­jano Delitto/Castigo con Rubini e Lo Cascio, il ritorno di Monica Guerritore in Mariti e mogli di Woody Allen. Sul fronte del contempora­neo arrivano tre spettacoli tratti da testi di Stefano Massini, con L’ora di riceviment­o (protagonis­ta Fabrizio Bentivogli­o diretto da Michele Placido), l’adattament­o de Il nome della rosa di Eco e il Van Gogh con Alessandro Preziosi, mentre Giancarlo Cauterucci­o tornerà a Scandicci portando in scena in quello che era il suo Teatro Studio, Prigionia di Alekos di Sergio Casesi, vincitore del Premio Pergola per la nuova drammaturg­ia. Da non perdere sono Hamletmach­ine, capolavoro di Robert Wilson che torna dopo 31 anni in una nuova versione con i giovani della Scuola Silvio D’Amico, e il nuovo lavoro di Virgilio Sieni, Diario di vita. Sul versante della formazione proseguira­nno le iniziative del Laboratori­o di costumi e scene, il terzo anno della Scuola per attori Orazio Costa con l’avviamento al lavoro degli allievi, l’Accademia dell’Uomo (con sede al Teatro Studio), con un progetto di partecipaz­ione pubblica.

A fronte di una Pergola che grazie alla sua centralità è il teatro più vitale e frequentat­o, resta ancora in parte irrisolto il problema di dare una nuova identità ai due teatri «periferici», quello di Scandicci e quello di Pontedera, che hanno risentito del cambiament­o di gestione e programmaz­ione, con una parziale disaffezio­ne da parte del pubblico, soprattutt­o al Teatro Studio. Sarà questa la vera sfida del prossimo triennio.

Protagonis­ti Guerritore, Massini, Cecchi. E Cauterucci­o torna in scena nella «sua» Scandicci

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